Alla biblioteca comunale istituito il “Fondo del Centro Studi sui Dialetti Apulo-Baresi”

NOCI – Con la delibera di giunta comunale n. 22 del 3 marzo 2017 si istituisce il Fondo del Centro Studi sui Dialetti Apulo-Baresi presso la Biblioteca Comunale Mons. A. Amatulli di Noci, «in relazione al crescente accumulo di ricerche linguistiche, folcloriche e antropologiche effettuate… e in presenza di varie difficoltà oggettive che impediscono una maggiore diffusione e conoscenza delle stesse», come si legge anche dal documento presentato in Biblioteca da Mario Gabriele, presidente del Centro Studi sui Dialetti Apulo-Baresi.

Sono due, quindi, le motivazioni che hanno spinto il Centro Studi a richiedere un fondo presso la nostra Biblioteca. Prima di tutto c’è la necessità di «divulgare una specificità di conoscenze contenute nel dialetto», come lo stesso presidente ci racconta. A questa si aggiunge l’esigenza di creare «uno spazio pubblico, quale la Biblioteca, in cui gli interessati possono accedere per prendere visione delle nostre numerose ricerche effettuate in due anni di attività».

Dal punto di vista organizzativo il fondo sarà diviso in sezioni. «Ci sarà la sezione linguistica, quella per la ricerca su lemmi, detti e proverbi, sul folklore, sull’antropologia di questa comunità, sulla poesia, sulla letteratura, le tradizioni e la musica popolare. Inoltre ci saranno anche una sezione dedicata al sonoro e una audiovisiva». Il tutto sarà pronto per il mese di luglio dove il Centro Studi aprirà le porte del fondo ai cittadini, agli studiosi o ai semplici curiosi, attraverso una manifestazione inaugurale che vedrà la presentazione sia del dizionario italiano-dialetto, sia una nuova edizione del dizionario dialetto-italiano, i quali affronteranno anche la tematica del neo-dialetto, ovvero il dialetto dei giovani di oggi.

«In questo lasso di tempo, da oggi fino a luglio, invito tutti i cittadini in possesso di qualsiasi materiale cartaceo, sonoro o visivo, a condividerlo con il Centro Studi, il quale, dopo un’iniziale valutazione, lo inserirà nel fondo con delle apposite schede». Intanto il Centro Studi sta già raccogliendo il materiale per dare una corposità al fondo. Infatti, già dalla prossima settimana, nelle sezioni citate, saranno collocati i lavori già conclusi. Tutti, quindi, possiamo contribuire ad arricchire il fondo che «non si limita al solo dialetto nocese ma raccoglierà testi, musiche e video di tutta l’area dei dialetti apulo-baresi». Un’area che va da Andria fino a Cisternino e da Bari fino a Matera.

«Ringrazio il direttore della Biblioteca e il sindaco per aver dato questo spazio alla conoscenza. Siamo contenti che la nostra richiesta sia stata esaudita in così poco tempo. È dannoso che la conoscenza di chi ha fatto ricerca rimanga nascosta. Aboliamo questa privatizzazione. Nel nostro dialetto c’è il mondo. C’è la cultura del mondo. Più scavi e più i confini si allargano. Attraverso la biblioteca vogliamo socializzarla con tutti», conclude Mario Gabriele.

Molto entusiasta dell’iniziativa è il direttore della Biblioteca Comunale Giuseppe Basile, dal momento che tale fondo andrà ad aumentare notevolmente il già ricco patrimonio della nostra biblioteca. «Le biblioteche sono scrigni dell’identità e della memoria e tramandano un prezioso patrimonio di informazioni che rischierebbe, in loro assenza, di cadere inesorabilmente nell’oblio. Anche la nostra biblioteca, oltre a mettere a disposizioni informazioni generali, è memoria locale. Essa infatti conserva e rende disponibili le testimonianze della storia, della cultura e delle tradizioni della nostra comunità. Il dialetto, patrimonio ed espressione della nostra diversità culturale, deve essere studiato, salvaguardato e valorizzato. In quest’ottica abbiamo accolto subito, favorevolmente e volentieri la proposta di istituire presso la nostra biblioteca il Fondo del Centro studi sui dialetti apulo-baresi».

Infine, anche il direttore riprende l’invito del presidente del Centro Studi. «L’auspicio è che l’iniziativa costituisca uno stimolo ulteriore allo studio e alla conoscenza del nostro idioma e una sollecitazione per ulteriori donazioni. Sicuramente nelle case di alcuni nostri concittadini sono conservati scritti editi o inediti in dialetto che meritano di essere recuperati e messi a disposizione di tutti. Un ulteriore utile contributo alla salvaguardia del nostro dialetto può essere fornito trascrivendo o registrando antichi proverbi, modi di dire, tiritere, filastrocche, nenie… tramandati oralmente. Una ricca eredità culturale che rischia di perdersi man mano che scompaiono le persone più anziane della comunità».

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