Il “patrimonio” di Giovanni Miccolis presentato alla comunità nocese

NOCI – Attraverso una conferenza stampa aperta al pubblico è stato presentato, il 1° febbraio, il lavoro di catalogazione e scansione da parte del Centro Studi sui Dialetti Apulo-Baresi dei documenti di Giovanni Miccolis. A luglio dello scorso anno la famiglia ha donato al neocostituito Fondo sui Dialetti Apulo-Baresi istituito presso la Biblioteca Comunale Mons. Anastasio Amatulli di Noci, l’intera biblioteca di Giovannino al fine di rendere questo patrimonio fruibile alla comunità nocese visto la grande importanza storica dei documenti utilizzati per le attività legate al Noci Gazzettino e de A Frasche di cui è stato fondatore e presidente.

«Queste carte sono state già catalogate dal Centro Studi ed è stata avviata un’operazione di scansione di questo materiale perché mi sono accorto che i documenti non erano consultabili» ha spiegato Mario Gabriele, membro del Centro Studi, al numeroso pubblico presente nella sala lettura della biblioteca nocese. «Il materiale meritava un lavoro di cura notevole. Alcuni documenti si sbriciolano al tocco e molte carte autografate meritano una riscrittura per essere leggibili. Questo lavoro è stato riordinato ed è stato scansionato producendo circa 700 file. Lo stato fisico è stato superato ed è, quindi, possibile una prima visione senza intaccare i delicati documenti». Il materiale è stato selezionato in tre grandi sezioni: letteraria, in cui sono racchiuse poesie, brindisi, serenate e racconti brevi di autori vari come Francesco Paolo Cazzolla (Cicce Pàvele u Capòne), Francesco Paolo Bruno (Papì), Vittorio Tinelli, Vito Palattella, Giovanni Lippolis, Domenico Forti, Pino De Grazia, Vittorino Curci, Pietro Gigante, Donato Guagnano e lo stesso Giovanni Miccolis; teatrale in cui sono presenti molte macchiette e farse; musicale in cui sono raccolti spartiti, testi di musica leggera e canzoni dialettali nocesi e napoletane di vari autori come Vito Palattella, Donato Gugnano, Giovannino Miccolis, Ninuccio Silvestri (Chèpe de vòzze), Antonio Ricco, Pinuccio Curci, Franco Camposeo e Nicola Fiorelli. A questo materiale bisogna aggiungere un altro faldone con oltre 200 brindisi scritti quasi tutti da Giovannino, consegnato la mattina della conferenza stampa.

Inoltre, è stata raccontata la storia de A Frasche, nata il 29 settembre del 1963 nella Candine da Rutére. «La compagnia si fondava su due valori essenziali: quello dell’amicizie e letizia» continua Mario Gabriele. «E tutti i componenti erano filosofi a loro insaputa. ‘A Frasche’ era definita una compagnia poetico-gastronomica. Io andrò oltre. Era una compagnia autenticamente psicoterapeutica capace di sospendere per un’ora l’angoscia, la precarietà, la frustrazione del quotidiano, la paura del futuro e il senso tragico della vita, la malinconia e la solitudine, forse anche la pura della morte».

Tocca, invece, a Giovanni Laera, altro membro del Centro Studi, leggere una poesia scritta da Giovannino e dedicata a tutti i Giovanni nocesi. «’A serenate e Giuvuannine di Nusce’ è una poesia molto interessante perché è una testimonianza diretta, fresca e vivace delle serenate fatte il 24 giugno. La poesia di Giovannino è un’ironica enumerazione di soprannomi che, in seguito, confluiranno nel dizionario dei soprannomi nocesi ‘A ci appartine’, sempre da lui scritto. Nella poesia si evince come Giovannino avesse messo al centro della propria vita gli altri. La memoria che emerge da queste carte è la memoria di un’intera comunità. È una memoria storica perché rievoca una Noci che non c’è più ed è anche una memoria linguistica di Noci perché emerge un dialetto di una ricchezza straordinaria ed estremamente variegato. Un registro arcaico e antico a cui si unisce il neodialetto. Ringrazio la famiglia Miccolis perché ha messo a disposizione della biblioteca e del Centro Studi un materiale di inestimabile valore, preziosissimo dal punto di vista culturale, linguistico e dialettologico perché aggiunge qualcosa alla nostra memoria e alla nostra identità».

Oltre questa, tante sono state le poesie lette nel corso della serata. Rocco e Sara Miccolis, hanno reso omaggio al padre leggendo una strofa di una macchietta (scritta da Giovanni Miccolis, Rocco Fauzzi e Nicola Fiorelli), la poesia di Francesco De Tommasi intitolata A quarta fèmmene a lui dedicata e uno dei tanti brindisi scritto sempre dal presidente de A Frasche. Inoltre, i due membri del Centro Studi hanno letto un omaggio scritto da Giovannino a Donato Guagnano, un brindisi al vino di San Martino e la canzone A cacce scritta da Vito Palattella. Infine, anche Chiara Miccolis, figlia di Rocco Miccolis, ha letto una poesia di Vito Palattella dedicato al nonno.

All’evento erano presenti il padrone di casa Giuseppe Basile, direttore della Biblioteca Comunale e l’Assessore alla Cultura Lorita Tinelli, oltre a Donato Guagnano, Nicola Paparusso e Liborio Bruno, componenti della compagnia A Frasche, la moglie di Giovannino e i tanti amici che lo hanno conosciuto e che hanno voluto rivivere i bei ricordi degli anni passati.

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