Un Natale contagioso, c’è più gioia nel donare che nel ricevere

NOCI – “Un Natale contagioso” è il titolo del recital natalizio realizzato dai bambini e dai ragazzi dell’ACR, rappresentato martedì 29 dicembre nella parrocchia Maria SS. Della Natività. Le parole chiave che compongono il titolo racchiudono l’importante significato che percorre trasversalmente l’intero spettacolo. La serata è stata introdotta da un momento ricco di emozioni, trasmesse da un semplice video carico di riflessioni, che hanno dato voce ai pensieri spontanei dei bambini che raramente vengono ascoltati. Una serie di interviste hanno tirato fuori frasi cariche di significato riguardo i rapporti familiari, l’esistenza della guerra in nome della religione e su come ci si immagina la figura di Dio, facendo emozionare e sorridere il pubblico. Significativa è stata anche l’intervista finale rivolta al parroco don Peppino Cito, che con la sua voce ha affermato: «Dio si è già manifestato in Gesù, quindi non dobbiamo immaginarcelo diversamente», e ha aggiunto «I bambini sanno sognare più dei grandi poiché sono ingenui e senza regole che li blocchino; solo loro sanno quello che cercano».

Al termine di questo commovente ed interessante momento, ha avuto inizio il vero recital, animato dall’allegria delle originali canzoni, eseguite dal coro e da alcuni solisti, e dalla bravura degli attori. La storia, ambientata nell’era di internet e delle nuove tecnologie, vede come protagonista Chicco, un bambino che dona ai più bisognosi i regali ricevuti a Natale, poiché vedere i loro sorrisi nel momento in cui ricevono il suo dono lo rende felice. Questo suo comportamento, però, è mal visto dal resto della società, poiché improntata verso il consumismo e abituata a dare ricevendo, però, sempre qualcosa in cambio. Chicco, viene etichettato come malato, affetto dal morbo del male, un virus che può essere curato solo da Babbo Natale. Perciò, rapito dalle sue renne, Chicco si ritrova nella scuola di rieducazione che ha sostituito la casa di Babbo Natale, insieme ad altri quattro bambini affetti dalla sua stessa malattia. Qui conoscono la causa di tutto: Gulto, il globalizzatore occulto e venditore ambulante di occhiali, grazie ai quali ha ipnotizzato il povero Babbo Natale e le sue renne, facendo dimenticare a tutti il vero significato del Natale. Egli, vuole rieducare i cinque bambini secondo le proprie idee, ma non riuscendo nel suo intento, li chiude in una cella dove trascorrono tutta la notte. Fortunatamente, i bambini credono fortemente nel vero spirito del Natale, cioè nella felicità di accogliere Gesù appena nato, e festeggiano la vigilia di questo importante giorno utilizzando la loro fantasia per realizzare un presepe e, facendosi donare un piccolo pezzo della morbida barba di Babbo Natale per realizzare la culla del bambinello, riescono a spezzare l’incantesimo che lo imprigionava. Scoprono così, che il virus del dare è contagioso e riescono a diffonderlo a tutti donando piccoli regali fatti con amore e accompagnati da bigliettini con frasi dette da Gesù.

Con questa bella storia, i bambini hanno voluto far capire al pubblico che “dare” non è una malattia, ma è un atto bello che rende felice chi lo fa, perché “c’è più gioia nel dare che nel ricevere”. La serata è stata finalizzata alla realizzazione del progetto di una casa diffusa ad Agrigento per sostenere tre strutture di accoglienza per persone disagiate. Inoltre, lo spettacolo sarà ripetuto il 2 Gennaio prossimo alle ore 16:00 presso la nuova casa di riposo A.M. Sgobba.

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