Ufficio sinistri, in quale buco nero è scomparsa la sinistra?

NOCI – Domande, osservazioni, storia e autocritica hanno motivato l’incontro svoltosi sabato sera al Chiostro delle Clarisse. Spunto di riflessione è l’ultima pubblicazione di Roberto Vallepiano edita da Be Press “Ufficio Sinistri – il buco nero in cui è scomparsa la sinistra”.

È stato Pino Marella a presentare l’autore ligure e introdurre l’uditorio nell’atmosfera agitatoria della sinistra radicale. «Questa sinistra italiana – dice Mirella – si è allontanata sempre di più dai veri bisogni della gente, anziché riportare i valori comunisti pensa solo ad attaccare i vertici di partito».

Di qui la parola passa a Roberto Vallepiano, 43enne ligure che si definisce “agitatore culturale”, giunto alla sua quinta pubblicazione. «Ritorno molto volentieri a Noci. il primo passo per uscire dal buco nero, visto che si vive sempre di più in una dimensione virtuale, è quello di incontrarsi fisicamente come qui stasera». Storia del comunismo, la sinistra italiana, e le vicende del Sud America sono i temi su cui si è concentrato l’autore. «Faccio fatica a capire perché in Italia l’essere comunista deve essere presa come un’offesa. L’Italia e soprattutto il Sud, è stato un esempio del comunismo internazionale. Figure come Gramsci e Di Vittorio hanno fatto la storia, invece quasi ci vergogniamo a esporre la nostra bandiera.  Nell’ultimo ventennio vi sono stati dei passaggi che la gente non ha capito, come lo sgretolamento in tanti partitini e addirittura la scomparsa del simbolo per liste come quella di Ingroia. In questo contesto di allontanamento dalla gente la sinistra è stata peggio della destra. Le iniziative socialiste si sono fermate alla difesa dei diritti sociali, come i matrimoni gay, e allo jus soli, che vanno bene ma non sono la priorità per il ceto operaio e per molti italiani».

Di qui Vallepiano descrive l’esempio cubano ed esprime una teoria sui moti politici sudamericani in Venezuela e Brasile. «Sono stato a Cuba e lì ho scoperto che studiano il pensiero gramsciano, una cosa che nelle scuole italiane non si fa. In più ho scoperto che diversi medici prestano servizio volontario in alcuni Paesi tra i più poveri del mondo dando seguito al socialismo puro». E passando al Sudamerica: «viviamo in una sorta di imperialismo comunicativo. Vi hanno sempre mostrato come i leader dei Paesi sudamericani fossero degli oppressori violenti e senza scrupoli, ed invece sono persone che provengono da strati sociali deboli. La loro colpa è aver abbracciato il marxismo anziché il capitalismo per guidare il proprio Paese e per questo viene ordita puntualmente una rivoluzione per rovesciare i loro governi».

Per Vallepiano bisognerebbe destarsi da certi torpori e riflettere su cosa può essere e cosa può diventare il comunismo del nuovo millennio.

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