The Danish girl: “Dio mi ha fatto donna, ma in un corpo sbagliato”

NOCI – Centoventi minuti di capolavoro. The Danish Girl rappresenta il cinema che emoziona, quello intenso, da brividi. Una pellicola che scorre davanti ad occhi lucidi. È riflessione, apertura mentale, sofferenza, amore.

La vicenda raccontata è quella di due giovani sposi, la ritrattista Gerda e il pittore paesaggista Einar Wegener. Di fama consumata lui, lavorativamente nell’ombra lei. Complici sin da sempre, la donna chiede a suo marito di posare sostituendo una modella. Così, puramente per gioco, Einar diventa Lili. Passa poco tempo, e Gerda, entusiasta per il successo che le sue tele iniziano a riscuotere causa il nuovo soggetto dipinto, prega suo marito di accompagnarla ad una festa di artisti perfettamente vestito e truccato nei panni di Lili, con tutto l’imbarazzo che la sceneggiata comporta. E in questo modo, un curioso alter ego femminile prende lentamente corpo permettendo al protagonista di svelare la sua vera identità sessuale taciuta fino ad allora.

Pian piano tuttavia, Gerda vede il suo matrimonio minato da un marito che nei gesti, nei comportamenti, nei costumi, è sempre più donna. Ma gli resta accanto sempre e nonostante tutto. Gli psicologi consultati parlano di pazzia e di perversione prefigurando scenari aberranti. Soltanto il dottor Warnekros risulterà la voce fuori dal coro: studioso di interventi di riassegnazione sessuale spiegherà ad Einar che è possibile cambiar sesso chirurgicamente sebbene si tratti di una procedura dal pericolosissimo rischio in quanto mai tentata prima.

Ma la forza di volontà abbinata alla potente convinzione determina la svolta: l’uomo decide di sottoporsi all’operazione. L’orchiectomia ha felicemente successo e Lili inizia il lavoro in profumeria, desidera rapporti con gli uomini e vive la sua femminilità come ha sempre voluto. Il finale però è tutt’altro che positivo. Il film diretto da Tom Hooper, attualmente in sala, si ricordi essere la trasposizione del romanzo “La danese” firmato David Ebershoff.

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Una meravigliosa Copenhagen, l’eleganza degli anni venti, la bravura sbalorditiva degli attori. Un lungometraggio imperdibile.

The Danish Girl si configura come viaggio introspettivo che attraverso una incredibile genuinità costringe a confrontarsi con un tema tremendamente moderno. Con stupenda semplicità, chi guarda comprende ben presto la naturalezza del cammino interiore che vive il protagonista. È uno schiaffo ai bigotti, una verità così autentica che spazza violentemente via retaggi pregiudizievoli.

È un film dal magistrale impatto emotivo che dell’empatia provata per le protagoniste ne fa la sua arma vincente. Ed è soprattutto un film di amore, quello vero, quello incondizionato. Un atto eroico dipanato in due ore che vede Gerda spendere la propria vita per realizzare il sogno della persona amata.

Io ti amo perché sei l’unica persona che mi ha reso possibile” – Una storia da brividi.

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