Storia e futuro alla 6^ edizione di “Covoni e Tradizioni”

NOCI – La terra baciata dal sole, il bianco della calce a coprire una struttura rinnovata da poco, musiche popolari. La 6 edizione di Covoni e Tradizioni, per chi c’è stato, è sembrato un tuffo nel passato, con i braccianti agricoli vestiti come un tempo e le massaie a ricamare. È la vita della masseria e della cultura contadina che sono l’essenza del territorio murgiano. «Diamo spazio alla terra – dice don Vanni D’Onghia durante la benedizione delle spighe di grano – è un dono di Dio che va rispettato».

Poi tutto come da copione, nel solco della sobrietà già annunciata durante la conferenza stampa di presentazione, ma anche ricca di fascino e storicità. La processione che porta alla montagna di fieno rimane il punto di contatto tra il lavoro di campagna e la fede, la rievocazione della fresatura, della pesatura prima di mettere in moto il Landini e dare spazio alla trebbiatura dei covoni.

Una storicità che fa comunità. «Non posso fare a meno di avvertire un senso di nostalgia in questa rievocazione storica – dice il sindaco Domenico Nisile nostre giornate sono complicate ma dobbiamo riuscire a vivere una giornata semplice, riscoprire la solitudine dello stare tra noi per continuare ad andare avanti. All’associazione va il plauso perché sta investendo su quello che abbiamo di più prezioso, il nostro territorio». Guarda invece al futuro Vanni Tria, presidente dell’associazione organizzatrice Terre delle Noci. «È un percorso che stiamo facendo e ripaga degli sforzi. Lo spirito di quest’anno e degli anni futuri è quello di non morire ma di andare avanti. La rievocazione non è un monopolio di questa associazione e per questo spero che in futuro ci sia anche la 50esima edizione». E invece sulla sesta edizione: «Lo spirito di quest’anno è di lasciar perdere gli stand ma riprendere e portare avanti la tradizione contadina, non a caso ho scelto la Compagnia Stabile di Alberobello. Bisogna guardare alla terra, a come la si lavora ed ai suoi prodotti genuini».

Rotte le righe del cerimoniale istituzionale, via libera alla rievocazione storica con gli amici contadini alle prese col grano e gli attori della Compagnia Stabile di Alberobello a riprendere i lavori artigianali e, successivamente, a danzare sulle note della musica popolare reinterpretando il lavoro dei campi. Nella giornata d’apertura un curioso siparietto ha investito i visitatori. Due novelli sposi irrompono sull’aia della Masseria Vecchia Mastro Marco, sede della manifestazione, ed inscenano il loro book fotografico. Contenti gli sposi, divertiti gli astanti. In serata le note dei Sciamaballà ha allietato coloro i quali hanno inteso conoscere o riscoprire la tradizione contadina tipica della murgia. A garantire l’ordine invece i volontari dell’Associazione Nazionale Carabinieri della sezione di Noci e i Ranger di Putignano.

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