Spaaace: Italia chiama Albania

NOCI – Un ponte tra l’Italia e l’Albania attraverso l’arte. La fotografia di Michele Cera all’interno del contenitore culturale SPAAACE apre ad una panoramica sull’evoluzione (mancata?) dei cugini di oltre adriatico.

Dal dibattito con lo storico d’arte Roberto Lacarbonara, Rosalba Branà direttrice della Fondazione Museo Pino Pascali, l’architetto Gianni Palattella (designer e animatore culturale di SPAAACE) e il fotografo autore degli scatti che compongono Dust, emerge un’Albania che viaggia a due velocità. Un centro urbano delle grandi città come Tirana fortemente antropizzato aperto anche alla street art ed una periferia, quella fotografata da Cera, ancorata ancora alle dinamiche tipiche della seconda metà del Novecento.

In quei luoghi, caratterizzati da muretti a secco, dalle strade sterrate dove transitano ancora i carretti trainati dai buoi, Cera individua la polvere che ricopre la vita, gli stili, gli usi e i costumi degli abitanti della terra delle aquile. Quel neorealismo di cui accennava in sede di presentazione alla stampa. Sullo sfondo si alternano i palazzi ipermoderni del progresso e le baracche dove tutt’ora vivono gli albanesi.

«Ma gli albanesi tendono a dimenticare il passato, – dice la direttrice Branà – a scrollarsi di dosso l’etichetta di emigranti, e vogliono ripartire dalla propria terra. Oggi l’Albania è una terra piena di vita, di locali, parlano tutti l’italiano, pronta a voltare pagina». In quest’ottica l’intervento di Lacarbonara indica alcuni artisti albanesi che hanno varcato i confini del paese balcanico facendo conoscere i tratti albanesi in tutto il mondo. Un segno d’apertura che deve essere colto soprattutto dai pugliesi, che hanno già “invaso” commercialmente l’Albania, come un’opportunità per creare collaborazioni culturali di alto spessore artistico con sicuro vantaggio per entrambi i Paesi.

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