NOCI – Sono appese ad un filo le speranze degli undici del Real Noci che domani in una gara unica, in casa, contro il Bitritto, decideranno della propria stagione: salvezza o retrocessione. Di questo campionato travagliato il pubblico conosce i numeri: 9 vittorie, 9 pareggi e 12 sconfitte. Un conto in passivo che non sa raccontare gli sforzi e la rabbia che quelle cifre portano con sé. Ed è il mister Perillo a voler svelare i retroscena, a chiedere di non puntare il dito contro atleti che ci mettono impegno senza ricevere né soldi né lodi. Ai nostri taccuini, il mister biancoverde decide di parlare fuori dai denti per denunciare quello che, lui dice, “la gente non sa o finge di non sapere” e per tutelare i suoi ragazzi costretti a giocare in un clima non facile.
“Quando ho preso la squadra sono andati via 7 giocatori, ma nonostante questo durante la mia prima gara da allenatore (partita di Coppa Italia) i ragazzi vinsero per 4-1. Non molte settimane fa sono andati via altri 4 ragazzi, Laera, Sciatta, Calicchio e Netti. Con l’abbandono di Netti ora al suo posto c’è Marino Matarrese, che svolgeva il ruolo di preparatore dei portieri. Insomma 7 prima e 4 dopo: abbiamo perso una squadra intera, tutta di titolari. Noi ad oggi siamo abbandonati a noi stessi, siamo rimasti io, il presidente Tinelli, il massaggiatore e il custode. I ragazzi che sono restati e che stanno finendo il campionato non sono retribuiti da mesi ed io non prendo una lira. La domenica al campo la poca gente che viene è lì solo per criticare il nostro lavoro. Questi ragazzi sono disprezzati e massacrati ingiustamente quando meriterebbero elogi. Sono quasi tutti di Noci e abbiamo ragazzini del ’98 già richiesti da squadre superiori , ma nessuno parla delle condizioni in cui giocano ogni settimana. Ora, a fine campionato, i foggiani vanno ai playoff e i baresi sono costretti a retrocedere e a giocare i playout, evidentemente perché il calcio foggiano ha più soldi di quello barese”.
Abbiamo poi posto al mister alcune domande in vista della decisiva gara di domani, l’ultima di una stagione nera.
Come commenta il match di domenica scorsa ed il prossimo, decisivo in ottica salvezza?
Nella gara contro il Real Siti, con il gol al 90’, noi eravamo già salvi. Domenica a Monte Sant’Angelo ci siamo presentati con una rosa di appena 13/14 giocatori, contro i loro 18 (ad Ascoli Satriano ci presentammo con soli 12 uomini). Domenica hanno giocato un buonissimo primo tempo e meritavano di vincere, ma alla notizia prima del pareggio e poi della vittoria della Polimnia, i ragazzi non dovevano mollare. In questo abbiamo sbagliato, dovevamo vincere.
Gli avversari arriveranno al De Luca Resta con l’obbligo di vincere. Come crede, invece, che i suoi giocatori possano essere condizionati mentalmente dalla possibilità di salvarsi con il pareggio? E l’eventualità dei supplementari la preoccupa o crede che la squadra possa ben tenere per 120 minuti?
Loro sono all’altezza e se vinceranno avranno fatto davvero una grande impresa che merita elogio. Generalmente la squadra si allena tre volte alla settimana, anche per non creare molte spese per chi non è di Noci, ma questa settimana sono stati proprio loro a chiedermi di allenarsi ogni giorno. Cercheremo in tutti i modi di vincere.
Dalla vostra c’è il fattore campo che può rappresentare una sorta di vantaggio mentale, non crede?
Ormai o giochiamo fuori o in casa è uguale. Non siamo supportati dai tifosi. In prima categoria ero abituato ad un pubblico di 400 persone ed ora, in promozione, non sono nemmeno 50.