Quando ballare diventa terapeutico

NOCI – «Danzare è lottare contro tutto ciò che ci trattiene, tutto ciò che ci affonda, tutto ciò che pesa e appesantisce, è scoprire con il proprio corpo l’essenza, l’anima della vita, è entrare in contatto fisico con la libertà». Ce lo aveva raccontato così, Jean-Louis Barrault, attore e regista francese che, nella semplicità delle sue parole, era riuscito a racchiudere un universo intensamente straordinario.

Sì, perché ballare non è un’attività di poco conto. Che lo si faccia il sabato notte in discoteca, in balera dopo la cena con gli amici o che si seguano appositamente dei corsi infrasettimanali, l’arte del danzare contiene e svela un non sottovalutabile potere terapeutico.

Solitamente praticato per puro divertimento, il ballo in realtà assolve a diverse funzioni. La socializzazione sembra essere uno tra i primi risultati prodotti e, in una società così individualista, gerarchizzata e ligia alle ferree pratiche lavorative, allacciare rapporti paritari a suon di tango o di bachata diventa particolarmente importante. Non solo. Il ballo aiuta anche a bruciare calorie, a tonificare il corpo, a correggere la postura oltre che ad allenare la memoria. Ma c’è di più. E l’elenco qui si fa lungo. Sembra testato infatti che il ballo incida sull’autostima, migliorandola.

In generale, qualche giro di danza ottimizza lo stato di salute fisico e mentale. Una cura insomma, un farmaco che lavora su più livelli: determina positività nell’umore, rende spensierati e dunque allegri, allontana il fastidioso vizio di ruminazione e sviluppa la capacità di affrontare più serenamente le problematiche quotidiane.

Detto diversamente, siamo alle prese con un autorevole antidepressivo naturale che rimuovendo i pensieri negativi previene e tratta efficacemente ogni sorta di scompenso a carattere sconfortante. Dunque ballate. Divertitevi. Che fa bene. E ce n’è bisogno.

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