Perché?!

NOCI – Parlare di morte ci mette sempre a disagio ma gli avvenimenti della settimana appena trascorsa impongono una riflessione. Anche la morte che parrebbe essere uguale per tutti fa delle differenziazioni; la differenza è data dal “come ci si arriva”. Ed infatti in settimana se da una parte sono venute a mancare due persone care a causa di malattia, dall’altra vi è stato chi deliberatamente ha scelto l’abbandono della vita terrena.

Mario Forti
Mario Forti

Questo contrasto così evidente deve far riflettere, e tanto. Non ho ambizioni di specialista, mi limito all’“osservazione pensante”. Se da una parte vi è chi ha lottato con tutte le forze per restare aggrappato alla vita dall’altra vi è chi ha deciso che lottare non avrebbe portato da nessuna parte per cui tanto valeva “arrendersi”. Personalmente, ritenendo la vita un dono di inestimabile valore, non a caso è forse una delle poche “cose” che non si possono comprare, va custodita, gestita ed amministrata ma mai “tolta”. La prima domanda che ci facciamo è: “…perché?”

Intanto è bene sapere che i ragazzi di oggi provano intense sensazioni di stress, confusione, insicurezza, pressioni per il raggiungimento dei successi attesi, incertezze economiche e altri timori che si manifestano durante la crescita. Questo stato di disagio che colpisce i ragazzi, può indurli a credere che il suicidio sia una soluzione ai propri problemi e tensioni. E’ bene che i genitori siano pienamente consapevoli che la depressione e le ideazioni suicidarie sono dei veri e propri disturbi psichiatrici trattabili con processi terapeutici. Quindi la premessa alla riduzione e al superamento delle ideazioni suicidarie è connessa alla capacità dei genitori di comprendere che il figlio ha bisogno che il suo disagio sia riconosciuto e diagnosticato: quando i genitori comprendono che il loro ragazzo ha un problema serio non abbiano timore a rivolgersi a un professionista specializzato.

Se un giovane dice di volersi suicidare va ascoltato e preso sul serio e va messo nella condizione di essere assistito al meglio. E’ molto importante che il ragazzo senta che attorno a sé ci sia qualcuno che, con fare rassicurante, si prenda cura di lui e gli dia la possibilità di parlare del proprio disagio e dei propri problemi. Come al solito il ruolo dei genitori è centrale e fondamentale in queste questioni e pertanto lavorare un ora in meno da dedicare ai figli non è “un’ora persa”. Potrebbe sembrare banale ma ritengo che nessun benessere economico potrà avere un valore superiore al benessere psico-fisico convinto che “non vi potrà essere mai una notte così lunga da non permettere al sole di risorgere” come diceva qualcuno.

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