Perché si dice “A Sanda Lucì crèssce na ciambe de gaddine a dì”?

NOCI – I più anziani avranno sicuramente sentito questo vecchio detto nocese. I più giovani invece, se non lo hanno mai sentito pronunciare dai propri nonni, è la prima volta che lo ascoltano. Tradotto letteralmente in italiano suonerebbe così: “A Santa Lucia cresce una zampa di gallina al giorno”. Dietro a un semplice detto popolare come questo si nasconde una storia non indifferente e per comprenderla a pieno bisogna fare un salto indietro di più di 400 anni.

LA GALLINA. Il perché proprio la gallina è l’animale usato come paragone per il detto è molto semplice e intuibile. Il detto mette a confronto il crescere delle giornate con la zampa della gallina. La gallina per sua conformazione ha un passo molto corto e la distanza tra un’orma e un’altra è molto piccola. Questa breve distanza sta appunto a significare che le giornate iniziano ad allungarsi poco alla volta diventando impercettibili alla vista dell’uomo. Solo dopo un mese ci si accorge che il sole inizia a sorgere prima e a tramontare più tardi.

SANTA LUCIA. Analizzando, invece, la prima parte del detto, il riferimento che viene preso in considerazione è Santa Lucia, in relazione al giorno in cui nella nostra tradizione si festeggia la santa, ovvero il 13 dicembre. Questo significa non solo che da Santa Lucia le giornate iniziano ad allungarsi, ma fa del 13 dicembre il giorno più corto dell’anno. Astronomicamente parlando tale affermazione è sbagliata perché è ormai risaputo che il giorno più corto dell’anno è il 22 dicembre, giorno del solstizio d’inverno. Da dove nasce quindi l’associazione con Santa Lucia?

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Il falò di Santa Lucia a Noci. Tradizionalmente si accende dalla sera del 12 dicembre.

IL GIORNO CHE NON C’È. Per rispondere a questa domanda dobbiamo tornare indietro di 434 anni, fino ad arrivare nel lontano 1582. Cos’è successo il 10 ottobre di questo anno? La risposta è semplice: niente. Ma non perché è un giorno dove non c’è un fatto importante da raccontare, ma semplicemente perché questo giorno non esiste. Con la riforma del calendario introdotta da Papa Gregorio XIII, proprio nel 1582, per riallineare il conteggio dei giorni con la posizione fittizia della terra nel suo giro intorno al sole, si è dovuto spostare di circa dieci giorni il calcolo sul vecchio calendario, denominato calendario giuliano perché introdotto da Giulio Cesare. Ciò ha significato andare a dormire la notte del 4 ottobre 1582, per poi alzarsi la mattina del 15 ottobre dello stesso anno.

QUESTIONE DI CALENDARI. Questo sfasamento di giorni ha cambiato la percezione di molti eventi astronomici come appunto il giorno del solstizio d’inverno. Se seguiamo il calendario giuliano infatti, esso cadeva vicino ai festeggiamenti di Santa Lucia, vale a dire dieci giorni prima del solstizio d’inverno che oggi, con il calendario gregoriano, festeggiamo il 22 dello stesso mese. Nonostante il cambio di calendario, la tradizione è comunque rimasta viva, facendo pensare a molti che il giorno più corto sia proprio il 13 dicembre.

LA TRADIZIONE NOCESE. A Noci la tradizione di Santa Lucia è ancora molto sentita. Infatti è consuetudine allestire un grande falò, molto probabilmente per aumentare le ore di luce, illuminando ulteriormente il giorno più corto dell’anno. D’altro canto, nel nostro pese, la devozione per la santa è molto forte, tanto che il nome è diventato un cognome per una fetta non indifferente della popolazione nocese. Un’ultima curiosità. Se si osserva un quadro posto sulla sinistra della nostra Chiesa Madre, tra i tanti personaggi dipinti nel Calvario è presente anche Santa Lucia, nonostante nessun vangelo parli di lei. Il suo inserimento molto probabilmente è stato voluto proprio da chi ha dipinto quel quadro, il cui cognome era indubbiamente Lucia.

Dipinto intitolato Calvario, di L. Lucia, datato 1726. In basso a destra è possibile riconoscere Santa Lucia
Dipinto intitolato Calvario, di Leonardo Lucia, datato 1726. In basso a destra è possibile riconoscere Santa Lucia.

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