PD: Il tempo delle donne, il femminismo e il diritto al voto

NOCI – Grande partecipazione di pubblico per il dibattito organizzato dal locale circolo del Partito Democratico e svoltosi presso il chiostro di San Domenico intitolato “il tempo delle donne”.  L’incontro moderato da Marta Jerovante, ha visto la partecipazione di relatori illustri quali il professor Gianfranco Liberati (docente di Storia del Diritto italiano presso l’Università di Bari), la dottoressa Lorena Saracino, giornalista del Corriere del Mezzogiorno e della dottoressa Romina Giannini.

Relatori illustri per ricordare il 70° anniversario del voto delle donne. Al tavolo a fare gli onori di  padrone di casa anche il primo cittadino Domenico Nisi. Ad aprire il dibattito è stata Marta Jerovante, interessante il suo discorso volto ad evidenziare la disparità di genere presente a livello lavorativo e non nella società attuale. Dopo il saluto del sindaco Nisi volto a sottolineare come nel 2013 anno della sua elezione sia stata la prima volta in cui i cittadini furono chiamati ad esprimere la doppia preferenza di genere c’è stato l’intervento della nocese Giannini che ha relazionato sul tema “Donne naturalmente inferiori: le singolari teorie scientifiche del tardo settecento”, un originale e sorprendente viaggio di come nel passato la donna sia stata volutamente emarginata in quanto singolari teorie del tempo la presentavano inferiore all’uomo per intelletto, per natura, per caratteristiche fisiche, teorie scientifiche ma anche supportate dal pensiero della chiesa omofoba del tempo.

Al professor Liberati è invece spettato il compito di illustrare una pagina di storia importante dal titolo “Dalla Sinistra Storica all’Assemblea Costituente”, prendendo in esame e presentando le diverse leggi elettorali da Zannardelli  a De Petris a Di Rudini fino agli anni ‘40 dello scorso novecento in cui le donne cominciarono ad essere considerate cittadine a tutti gli effetti ottenendo il diritto al voto, nel referendum monarchia -repubblica del giugno ‘46 che decretò che l’Italia abbandonava il regime monarchico sabaudo per diventare una repubblica costituzionale. Alla vigilia i giornali dell’epoca e illustri  politici, quali De Gasperi (leader all’epoca indiscusso della Democrazia Cristiana ) e la stessa chiesa (dichiaratamente contraria) alla vigilia si posero seri interrogativi sull’impatto e in quale misura sarebbe contato il voto delle donne sull’esito referendario.

L’ultimo intervento della serata è stato quello della Saracino che ha relazionato sul tema “Donne e potere: essere femministi conviene allo sviluppo” , il suo intervento  ha affrontato la tematica del femminismo dal punto di vista delle  donne nigeriane che sono sin da piccole educate nei lavori domestici e non indirizzate al raggiungimento di obiettivi importanti. Nella società retrograda nigeriana, oggi c’è l’attivista Chimanda Ngozi Adichie autrice del saggio “Dovremmo essere tutti femministi”, che presenta ed illustra il suo punto di vista denunciando alcuni episodi della sua infanzia e di come per cambiare bisognerebbe affrontare il problema alla base, mettendo al bando le diseguaglianze di genere,  e quindi suggerisce come  soluzione, l’impegno attivo ed importante nell’ educare ragazzi e ragazze sin da piccoli al rispetto altrui.

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