NCD-AP intitola sede a Gentile, “l’angelo di Noci”

NOCI – In una cornice suggestiva quale è la nostra centrale piazza Garibaldi in tanti hanno partecipato alla celebrazione di intitolazione al compianto Francesco Gentile della nuova sede del Nuovo Centro Destra-  Area Popolare. Una partecipazione silenziosa e commossa di tanti nocesi e non, di tanti amici e non, tutti accomunati dal pensiero di esserci, per omaggiare e tributare la propria vicinanza all’uomo che negli ultimi vent’anni è risultato il più suffragato dal voto degli elettori nocesi.

A presenziare c’erano i membri del partito, i familiari, i sottosegretari di stato Angela D’Onghia e Massimo Cassano, il senatore Piero Liuzzi, il consigliere regionale di NCD Gianni Stea, il sindaco Domenico Nisi, e quello di Alberobello Michele Longo ed alcuni esponenti dell’amministrazione comunale nocese.

Una serata fortemente voluta ed organizzata dal consigliere comunale di NCD Paolo Conforti, è stato lui in apertura ha tratteggiare la figura, il ricordo di Francesco Gentile. Poi è stato un susseguirsi di interventi di tutti gli esponenti politici convenuti, nonché particolarmente emozionanti e commoventi gli interventi della famiglia.

Ho perso un figlio prematuramente – ha detto il padre Pierino Gentilema penso che lo abbiate perduto anche voi tutti” queste le toccanti parole con cui ha concluso il suo intervento, vinto solo dalla commozione, dal  groppo in gola e dalle lacrime.

Paolo Conforti nel suo intervento in apertura ha detto: “ognuno di noi non può non ricordare il sorriso di Francesco, il sorriso che faceva a tuti i cittadini di Noci e il rispetto che portava a tutti, ad ogni amministratore politico che andava oltre l’appartenenza politica. Francesco per noi è stato un angelo e mi auguro che continui ad esserlo, l’angelo di Noci”.

Particolarmente toccante l’intervento della compagna Francesca Sorino, che ha voluto ricordare, l’uomo, il padre, i momenti difficili vissuti durante il decorso della malattia affrontati sempre con grande coraggio e dignità da Francesco.

La cerimonia si è poi conclusa con la benedizione officiata da don Peppino Cito ed il taglio del nastro e con la scopertura della targa commemorativa, che in modo originale, pulito e semplice riporta la sua firma in calce. Alla fine sono stati liberati dei palloncini, che però sono rimasti impigliati e non hanno spiccato il volo verso il cielo, un segno letto in questo modo: “è come se Francesco fosse voluto restare con noi”, il pensiero che ha accomunato tutti i presenti.

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