Natale nel mondo, trasmettere cultura e pace tramite la socializzazione

NOCI – Il Natale nell’immaginario collettivo dei bambini è associato ad un’atmosfera di festa, a un vecchio uomo vestito di rosso con la barba bianca che sotto l’albero che brilla nel salotto lascia grandi regali. E poi pranzi molto lunghi in famiglia, gli auguri, la tombola ed il panettone. Tuttavia questo “è un Natale speciale”, lo ricorda la Dirigente della Scuola Secondaria di 1° Grado Gallo, nella manifestazione di sabato 19 dicembre presso l’Auditorium “C. Abbado”. Un Natale speciale, che obbliga ad una riflessione sul suo significato più profondo, sul rapporto che intercorre tra questa festività e la cultura del nostro Paese. Mentre il mondo è alle prese con scontri di culture, religioni e ideologie, gli studenti delle classi 1B, 2A, 2B, 2D, 3A, 3C e 3E della scuola Gallo, coordinati dai loro professori tra i quali le docenti D’Onghia (di lettere) e Mansueto (di educazione musicale), hanno voluto celebrare questo Natale come un inno alla pace e alla fratellanza.

Ai discorsi urlati, al rumore degli spari e delle bombe, alle immagini di dolore che ciascuno di noi ha ancora nelle orecchie e negli occhi, i giovani nocesi rispondono con parole silenziose e spontanee e con note d’amore. Hanno infatti realizzato e letto, davanti a un pubblico di studenti, professori e genitori, i loro elaborati in prosa e poesia sul tema: “Natale nel mondo”. Parole chiare, ma non ingenue, che non hanno mancato di ricordare eventi realmente accaduti di cui spesso ci si dimentica, di cui mai si legge sui libri di storia. Il ricordo di quel lontano 24 dicembre 1914, mentre era in atto la prima guerra mondiale. I soldati tedeschi iniziarono a cantare alcune canzoni tipiche natalizie e dall’altro lato del fronte i britannici risposero cominciando anche loro a cantare. Poco dopo i soldati tedeschi e britannici, in gran numero, presero ad attraversare la terra di nessuno per scambiarsi doni, tabacco, alcolici, souvenir e auguri. Alla storia si affianca la fantasia, di racconti di incontri con gente di nazionalità diversa, con i quali ci si ritrova a confrontare lingue e costumi, per poi asserire convinti “Non siamo diversi”.

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L’evento è stato organizzato con la collaborazione dei Presidi del Libro ed è proprio Stefano Verdiani a prendere la parola al termine delle letture e dei canti, per sottolineare quanto sia importante, e non ingenuo, credere in un Babbo Natale come un’entità capace di risolvere i grandi problemi del mondo. Nel suo breve ma chiaro ed interessante discorso egli insiste sulla necessità di comunicare, di uscire dalla solitudine, di incontrare l’altro, di conoscere il diverso. Decide di riassumere lo scopo raggiunto dall’evento e a cui ciascuno deve puntare nella propria quotidianità, in un’unica parola: socializzazione. Infine dona un attestato di partecipazione a ogni studente e alla Dirigente Breveglieri, la quale assieme ai dovuti ringraziamenti sottolinea con forza e convinzione quanto importante sia la cultura.

Il libro è l’unica arma degna di essere impugnata e la conoscenza è l’unico strumento che può portare alla pace. Quando si conosce l’altro, si smette di avere paura e in una realtà xenofoba, dove il diverso è emarginato, dove gli innocenti muoiono, dove ci si fa la guerra per affermare un’unica ideologia, il messaggio dei piccoli nocesi diviene un grande e prezioso insegnamento.

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