Mamma, papà, voi non capite…

NOCI – Ma perché mamma e papà non capiscono? Hanno sempre da ridire: sui vestiti, sulle mie preferenze, sugli amici da frequentare, su quando e dove uscire. Sono nati vecchi, ma li hanno mai avuti 12 anni? Sono mai stati adolescenti? Basta che stanno loro in compagnia, basta che criticano gli altri, contenti solo di stare al telefono con chi vogliono loro. Cioè, veramente, mi sembrano dei viziati, sicuramente incapaci di ascoltarmi. Per fortuna i soldi me li danno. Ecco, intorno ai 12 anni succedono tre cose:

– La prima è una tragedia vera e propria. Non siamo più bambini spensierati, bambini inconsapevoli di sé stessi, che giocano e basta, che si possono buttare tra le braccia di mamma o papà, che ancora vogliono dormire nel lettone, che li distrai con niente. Quella felice età dell’inconsapevolezza ci abbandona, definitivamente. Qualcosa in noi ci dice che sta avvenendo un passaggio irreversibile e quella beata fanciullezza tramonta, per sempre. È un fatto pesante da accettare.

– Contestualmente avviene una seconda cosa, il nostro corpo si trasforma e si apre alla sessualità. I nostri organi sono capaci di riprodurre ed a noi, poco più che bambini, questo ci scuote, ci spaventa. Allo stesso tempo subiamo una tempesta ormonale che un uragano al confronto è niente, rispetto allo scombussolamento emotivo che viviamo. Come si fa a contenere quegli impulsi sessuali, che nemmeno conosciamo? Siamo disorientati e soli. Profondamente soli. Perché se pure i compagni, o qualche insegnante, o qualche genitore più responsabile ci parla e ci spiega, siamo comunque incapaci di comprendere del tutto quanto ci viene detto, semplicemente perché è tutto così nuovo e strano per noi. In questa fase avremmo bisogno di empatia, di vicinanza. Avremmo bisogno di genitori capaci di entrare nei nostri inquieti sentimenti, senza agitarli ulteriormente.

– Infine succede una terza cosa, cominciamo piano piano a diventare coscienti di noi stessi, cominciamo a chiederci chi siamo. È in questa fase che abbiamo bisogno di identificarci, prendendo le distanze dagli altri, per comprendere meglio noi stessi. E qui ancora difficoltà, perché spesso i nostri bizzarri tentativi di affermare, anche per tentativi, un qualche tratto della nostra personalità, puntualmente qualcuno viene a castrarci, per omologarci alla collettività.

In questa profonda e sconvolgente trasformazione, purtroppo, vedo i miei genitori impreparati. Se solo fossero stati accompagnati nella fase della loro adolescenza, come vorremmo esserlo noi, forse adesso saprebbero cosa fare. E invece giù, con frasi fatte come “il genitore è il mestiere più difficile al mondo”. Mamma e papà, un mestiere, mi pare, è una cosa per cui si è pagati. Invece il genitore è un ruolo privilegiato, vuol dire che la vita ti ha dato la possibilità di onorare una responsabilità, la possibilità di crescere e maturare insieme ad un’altra persona, me, venuta al mondo grazie a te. E se anche il mio arrivo fosse stato un errore, a maggior ragione ritenetevi fortunati, perché avete la possibilità di recuperare. Tra un po’ prenderò il volo e tutto quello che davvero conta, e che porterò in dote ai miei figli, è l’immagine di voi che saprete darmi adesso.

Forza mamma, forza papà.

 

(foto fonte: www.deejay.it)

Leave a Reply

Your email address will not be published.