M5S, è finita la luna di miele

NOCI – I risultati delle ultime elezioni regionali, che hanno visto perdere in Sardegna una marea di voti (-75% circa) al Movimento 5 Stelle, parlano chiaro. L’idillio con gli italiani è finito. Di Maio non ha più il fascino del nuovo, del cambiamento, della coerenza con la narrazione dei significati che dovrebbe rappresentare, almeno non quelli del primo 5S. Sull’altro versante, a suon di analisi dei comportamenti social, c’è Salvini, il mattatore funzionale a rappresentare la proiezione dell’animo fascista di molti italiani.

Enzo Bartalotta
Enzo Bartalotta

Il sogno grillino era già morto alle parlamentarie di un anno fa, quando è mancata la trasparenza sui criteri di selezione dei candidati. Di lì in poi è stato un andare costantemente nella direzione opposta dei valori fondanti. Qualcuno ha iniziato a contare più di uno, più di mille, più di qualche milione di elettori.

La verità è che nel M5s le decisioni le prendono due persone. Si è persa la partecipazione, l’entusiasmo ed il rigore. Metà degli elettori resta a casa e l’altra metà non crede a Berlusconi che applaude il galeotto Formigoni, non crede a Renzi che si dice onorato dei suoi genitori agli arresti domiciliari, non crede a quei Fratelli d’Italia vicini al condannato Alemanno. Credono solo a Facebook e si bevono le rappresentazioni di Salvini.

Atteso che gli italiani sono gaudenti scimmiettatori, il M5s ha la gravissima responsabilità non tanto di aver disatteso molte battaglie di principio, non solo quelle, quanto essere stati incapaci di dare forma ad una possibilità di rinnovamento dal basso, che rappresentasse gli ultimi. Ma adesso alcuni ultimi sono riusciti a salire sulla giostra e c’è da giurare che non vorranno scendervi. Il prossimo baluardo a crollare sarà il limite del doppio mandato e la segreteria politica. Ma non erano un movimento? Erano, forse.

Leave a Reply

Your email address will not be published.