Lotta al consumismo e autoproduzione: così Noci può difendere l’ambiente

NOCI – Il Carnevale appena trascorso ci induce ad una amara riflessione: mentre nella vicina Putignano da decenni si fa onore l’industria della cartapesta, industria ecosostenibile basata essenzialmente sul recupero della carta scartata, a Noci il consumismo e lo spreco si allargano a macchia d’olio.
Basta fare un giro in prossimità dei cassonetti o, peggio, nelle campagne per scoprire quanti oggetti in buone condizioni sono stati rifiutati. Oggetti che avrebbero potuto avere una seconda vita tornando utili a qualcuno. Ancora un esempio: L’80% dei i bambini nocesi consuma merendine confezionate ed è abituato ad avere giochi reclamizzati dai messaggi pubblicitari con il duplice svantaggio per la salute e per l’ambiente naturale.

I nocesi non sono più abituati all’autoproduzione e al consumo consapevole. Negli ultimi anni siamo stati tutti bombardati da messaggi riguardanti la crisi, la mancanza di lavoro e la difficoltà della ripresa economica. Tuttavia la crisi può essere un’occasione per ammettere finalmente che l’attuale modello economico non funziona più, che in una società tecnologica come quella in cui viviamo, il lavoro e il modo di lavorare vanno completamente reinventati e che forse è arrivato il momento di orientare la decrescita nella direzione di un maggiore benessere per noi e per il Pianeta, anziché lasciare che le nostre vite siano governate da un’austerità decisa dall’alto.

Le difficoltà economiche possono trasformarsi in uno stimolo a vivere in modo più sobrio ed ecologico, a eliminare il superfluo e a riscoprire l’economia e l’ecologia domestica. Noci potrebbe autoprodurre di più e consumare di meno. Con il suo esteso territorio rurale, Noci si presta benissimo ad una economia ecologica di autoproduzione e di decrescita. I lembi di terra incolta sono ricchi di erbe spontanee che, se raccolte e consumate, sostituiscono egregiamente la verdura concimata che compriamo dai supermercati. Chi possiede un piccolo pezzo di terra, può realizzare un orto bio contribuendo a ridurre l’impiego di concimi e pesticidi di sintesi e allo stesso tempo evitare l’acquisto di verdura che percorre migliaia di km prima di arrivare a noi con pesanti immissioni di gas nell’atmosfera.
Dedicarsi all’autoproduzione significa iniziare a vivere in modo diverso, a dare più valore el proprio essere e alla propria capacità creativa che non all’avere.

Una volta superata la dipendenza dal consumismo fine a se stesso, di cui quasi tutti siamo schiavi, scopriremo di avere dentro di noi le risorse necessarie per vivere in modo più economico ed ecologico, basta solo trovare il tempo per tirarle fuori.

DANIELA FUSILLO – Presidente Associazione MurgiAmbiente di Noci (Ba)

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