L’educazione finanziaria secondo Francesco Lenoci

NOCI – Si presenta con una cravatta a fantasia floreale e si muove come Luca Giurato, ma Francesco Lenoci, docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, è uno dei massimi esponenti di finanza. Il 58enne originario di Martina Franca e laureatosi in Scienze Economiche e Bancarie a Siena, è giunto a Noci giovedì sera, per la seconda volta, per parlare del suo ultimo libro “Il rendiconto finanziario illumina Delizia SpA” e di educazione finanziaria.

Introdotto dal senatore Piero Liuzzi, nelle insolite vesti di moderatore, la serata ha visto anche la partecipazione di Antonio Salvi, preside della facoltà di economia dell’università LUM “Jean Monnet” di Casamassima. Assenti il vicepresidente ODCEC di Bari Pasquale Pace, e il magnifico rettore dell’Università “A Moro” di Bari Antonio Uricchio.

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Che gli italiani non fossero avvezzi ai numeri lo si era capito da tempo e per questo Lenoci ha subito sfatato un tabù prodotto, secondo lui a torto, da “Il Sole 24ore” in un corso sull’educazione finanziaria. «La parola educazione non può mai essere associata alla parola paura» dice. Secondo il docente universitario, il quotidiano di Confindustria avrebbe sbagliato il titolo del fascicolo primo “Vincere le paure”, che poi si sono tramutate nelle parole: investimenti, pensione, casa, banca. Per il docente nulla di più sbagliato.

Di seguito si è passati al rendiconto finanziario e sul perché illumini Delizia spa. Ma che cos’è un rendiconto finanziario? Secondo la FNC (Fondazione Nazionale dei Commercialisti) “Il rendiconto finanziario è un documento contabile, grazie al quale è possibile analizzare la dinamica finanziaria (flussi di impieghi e flussi di fonti) di un’impresa. Per dinamica finanziaria s’intende la capacità dell’impresa di generare flussi finanziari (disponibilità liquide) necessari allo svolgimento dell’attività imprenditoriale”. Ora, perché proprio Delizia spa? Perché il libro tratta 5 casi di educazione finanziaria di cui due sono aziende del sud: la Di Leo SpA (Matera), e appunto la Delizia SpA (Noci). In riferimento all’azienda casearia nocese, e più in generale per tutte le aziende quotate, Lenoci paragona il rendiconto finanziario ad un’auto di formula uno in cui l’equilibrio patrimoniale vale come il telaio dell’auto da corsa, l’equilibrio reddituale come motore, l’equilibrio finanziario come le gomme. Per il periodo di riferimento studiato da Lenoci (anno 2014) Delizia SpA “gode di scarso equilibrio patrimoniale, buon equilibrio reddituale e finanziario. . . .Volendo continuare il paragone con la formula 1 ha un telaio così così, un motore che gira bene e delle gomme performanti”. «E questo è il giudizio di un tecnico», precisa il professore.

Ma cosa ne dice la banca? Con gli istituti di credito gli imprenditori paiono non avere un buon feeling ma trattandosi di rendiconto finanziario la banca deve dire la sua. L’istituto cerca di tutelare i propri interessi e questo lo induce ad inserire il criterio di default che gli imprenditori mal digeriscono. Il risultato è l’incomunicabilità tra i due soggetti protagonisti.

Banche nel mirino anche del secondo ospite intervenuto durante la serata, il prof. Antonio Salvi, preside della facoltà di economia dell’università LUM Jean Monnet di Casamassima. Anche per lui gli istituti di credito giocano un ruolo importante in questa partita, ma più di loro i Governi. «Meglio che non facciano nulla in questo settore – dichiara schiettamente il preside – di solito gli interventi statali hanno prodotto danni, meglio essere neutri». E ancora: «lo Stato non deve essere ingombrante. Deve lasciare spazio a chi produce ricchezza». E fa l’esempio di alcune leggi che hanno permesso agli imprenditori di investire anche quando non avrebbero avuto bisogno col risultato di essere a distanza di tempo sovradimensionate ma sottocapitalizzate. «Il rendiconto finanziario – chiude Salvi – sembra un documento neutro ed invece evidenzia la capacità finanziaria e di investimento dell’impresa».

Hanno chiuso la serata le esperienze personali dei patron delle due aziende citate, Pietro Di Leo e Giovanni D’Ambruoso, e gli interventi istituzionali del sindaco Domenico Nisi e del sottosegretario all’istruzione Angela D’Onghia.

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