Le maschere della commedia dell’arte “rivivono” alla Scotellaro

NOCI – Grande successo ha riscosso la simpatica iniziativa promossa dalla Scuola dell’infanzia Scotellaro per Carnevale. Alcune mamme “sposando” con trasporto, partecipazione e grande disponibilità l’invito delle insegnanti, per un giorno hanno vestito i panni di Balanzone, Brighella , Colombina, Arlecchino e Pantalone.

Le “impavide” mamme hanno realizzato i costumi e le scenografie e da consumate attrici si sono date in pasto “all’esigente pubblico” composto dai bambini delle tre classi e dagli insegnanti.
“Evviva l’Allegria”, “Facciam Festa in compagnia” e “Pranzo di Carnevale “ questi i tre titoli degli sketch messi in scena sul palcoscenico dell’aula magna della Positano.

Magicamente per la gioia dei lori piccoli e dei presenti hanno fatto rivivere le “maschere” storiche della commedia dell’Arte. “Dopo avere goduto – dichiara una “ mamma-attrice” – di buona salute per diversi secoli queste maschere oggi sono surclassate dai “ travestimenti” ispirati a personaggi dei cartoni animati e dei films, quindi ci è parso doveroso far conoscere i personaggi e le avventure di maschere legate alla tradizione italiana del passato, cercando di riproporle nell’attualità”. Lo scopo didattico di far conoscere ai più piccoli le maschere della tradizione si è perfettamente fuso con lo spirito del carnevale: divertirsi e divertire.

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“Alla fine ci siamo divertite a recitare –ci dice una delle protagoniste- ma maggiormente si sono divertiti i bambini nell’assistere alle gag del pagliaccio Starnutino e alle comiche storie dei vari personaggi. Tanto che alle allegre risate si è aggiunto lo stupore e la sorpresa dei bimbi una volta scoperti i volti delle rispettive mamme celate sotto le maschere”.
“Questo spettacolo teatrale – ribadisce ai nostri taccuini un’altra mamma- come tutte le altre attività portate avanti nel corso del triennio, è il risultato della “cura” con cui le insegnanti tessono i rapporti di collaborazione con le famiglie. Infatti solo realizzando questa forma di “complicità educativa” della scuola con la famiglia, che il piccolo avverte e respira un clima di fiducia, senza avvertire l’abbandono dall’apprendimento alla conoscenza”.

La buona scuola è questa. Esiste già ed è frutto dell’esperienza maturata sul campo e calata nel quotidiano delle nostre scuole.

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