La protesta dei genitori con figli disabili

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di genitori con figli con disabilità che hanno diritto, oltre all’insegnante di sostegno, alla figura di assistente specialistica. Una figura che, per questo anno scolastico, è stata ridimensionata. Di seguito il comunicato:

L’anno scolastico 2022-2023 è solo agli inizi e per le famiglie di minori disabili residenti nei comuni inclusi nell’Ambito Sovracomunale di Putignano (Putignano, Castellana Grotte, Putignano, Noci, Alberobello e Locorotondo) che frequentano la scuola dell’obbligo già si presentano, come ogni anno, i primi problemi e le prime difficoltà. Al momento del ritorno in classe molte famiglie hanno avuto, a poco più di due settimane dall’inizio dell’anno scolastico, l’amara sorpresa di scoprire una riduzione delle ore di assistenza specialistica assegnate ai propri figli con conseguente compromissione regressione dei progressi fatti.
I minori, infatti, riconosciuti portatori di handicap ex lege 104/92 hanno diritto non solo all’insegnante di sostegno ma anche alla figura dell’educatore, prevista dalla legge, che dovrebbe aiutarli a sviluppare e a potenziare la propria autonomia e a favorirne, in tal modo, l’inclusione sociale.
Ma mentre la figura dell’insegnante di sostegno è gestita dal ministero dell’istruzione, l’indizione delle gare di appalto per il reclutamento degli educatori e la ripartizione delle ore di assistenza specialistica tra gli Istituti scolastici presenti sul territorio è, invece, compito dell’Ambito sovracomunale. L’ambito, assegnato l’appalto, provvede ad attribuire a ciascun istituto scolastico un tot numero di ore che questi nell’ambito dell’esercizio della loro autonomia, devono ripartire tra i singoli alunni disabili che li frequentano.
Va detto, comunque, che le ore assegnate negli scorsi anni si sono sempre rivelate insufficienti rispetto alla necessità di garantire l’effettività dell’intervento generando, in tal modo, l’errato convincimento che il servizio di Assistenza specialistica sia solo destinato a riempire i vuoti prodotti dal sistema scolastico e non uno strumento dotato di una sua specifica identità e vocazione e finalizzato a fornire ai minori disabili l’opportunità di acquisire e/o migliorare dal punto di vista delle autonomie personali, della comunicazione e dell’integrazione sociale. L’Ambito territoriale si giustifica sostenendo che il numero degli aventi diritto a tale assistenza è enormemente aumentato rispetto allo scorso anno e che, benché il numero delle ore di assistenza richieste sia stato raddoppiato, risulta insufficiente a fronteggiare quella che si può definire come una vera e propria emergenza sociale.
Ulteriori motivi alla base di tale situazione, pur non esplicitamente evocati, sono individuati nel mancato adeguamento del budget a disposizione dell’Ambito territoriale da parte dei soggetti istituzionali a ciò tenuti e nella mancanza di una razionale e tempestiva ricognizione dei bisogni. Per affrontare il problema si è scelto il criterio, del tutto arbitrario, stante anche l’assenza di criterio unico e valido per tutti, di sottrarre mediamente un’ora ai soggetti in situazione di gravità ex art.3, co.3 della legge 104/92 e due ore ai casi meno gravi generando situazioni di disparità tali per cui alcuni soggetti disabili hanno visto ridotto il numero delle ore di assistenza specialistica assegnato in precedenza mentre altri non sono stati minimamente penalizzati.
Il taglio delle ore sembra essere stato fatto senza considerare le esigenze terapeutiche ed educative dei singoli soggetti ledendo tanto il diritto allo studio quanto quello salute, entrambi costituzionalmente tutelati e alla base della normativa dell’inclusione scaricando, di fatto, sulle spalle dei Dirigenti scolastici ogni eventuale responsabilità circa una diversa ripartizione e attribuzione del monte ore totale assegnato ai loro istituti. Ad oggi, inoltre, nessuna delle famiglie coinvolte ha ricevuto alcuna comunicazione ufficiale relativa alla riduzione del numero delle ore di assistenza assegnate ai figli né ha ricevuto alcuna spiegazione delle motivazioni che la hanno determinata.​ Va sottolineato che la riduzione oraria è già stata applicata con tutti i problemi conseguenti all’organizzazione di menage familiari già di per sé più complicati rispetto a quelli delle famiglie “normali”.
Ampliando lo sguardo all’intero territorio pugliese sul quale insistono circa 45 Ambiti Territoriali incaricati di gestire la questione dell’assistenza specialistica, pur in un panorama caratterizzato prevalentemente dalla ricerca di soluzioni il più delle volte attente solo alle esigenze di borsa spiccano realtà nelle quali, invece, la problematica affrontata attraverso una analisi dei bisogni del territorio e una pianificazione puntuale e tempestiva degli interventi necessari con conseguente allocazione delle risorse umane e materiali disponibili raggiunge risultati altrove solo sognati.

Lo spirito della normativa, finalizzata a favorire l’integrazione sociale dei soggetti svantaggiati e dei più deboli in una società in tumultuosa evoluzione, viene ancora una volta sistematicamente tradito, fino ad essere ridotto ad un mero intervento volto a gestire piuttosto che risolvere il problema e, ancora, una volta sono i cittadini disabili e le loro famiglie ad essere stritolati da un formalismo fine a se stesso ed a una burocrazia incapace di affrontare e risolvere i problemi dei più deboli e dall’ignoranza di chi, invece, è chiamato ad applicare una normativa che solo sulla carta è una delle più avanzate in Europa.

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