Ieri è stata la “Giornata della Memoria”, istituita per ricordare le vittime dell’Olocausto, rappresenta un momento imprescindibile nel panorama storico-culturale contemporaneo. È un’occasione solenne per onorare le vite spezzate e celebrare la resilienza dell’umanità di fronte all’oscurità più profonda. L’omaggio alle vittime dell’Olocausto deve essere da richiamo a riflettere sul passato per costruire un futuro migliore, affinché le atrocità del passato non si ripetano mai più. Dobbiamo imparare dagli orrori del passato, coltivando la consapevolezza e l’empatia necessarie per combattere l’odio e l’intolleranza in tutte le sue forme.
Una delle storie più avvolgenti è quella della senatrice a vita Liliana Segre che rappresenta una testimonianza travolgente di coraggio, resilienza e speranza nel mezzo dell’orrore e della tragedia. Nata a Milano nel 1930, Liliana Segre fu deportata ad Auschwitz insieme al padre nel 1944, all’età di soli tredici anni. Lì, furono separati e lei fu costretta a confrontarsi con le atrocità indicibili del campo di concentramento. Nonostante gli orrori inimmaginabili che dovette affrontare, Liliana Segre mantenne una forza interiore straordinaria che le permise di sopravvivere e testimoniare l’inumana brutalità del campo di concentramento. Dopo la liberazione, tornò in Italia e ricominciò a ricostruire la propria vita, rifiutandosi di essere sopraffatta dal dolore e dalla sofferenza che aveva subito. La sua storia è diventata un faro di speranza e coraggio per molte persone, diffondendo un messaggio di resilienza e resistenza di fronte all’oppressione e all’ingiustizia.
La storia di Liliana Segrete e la memoria dell’Olocausto non può e non deve appartenere soltanto alla comunità ebraica, ma è un patrimonio universale che ci riguarda tutti. È un richiamo al dovere di essere vigili contro qualsiasi forma di discriminazione, persecuzione e terrorismo, affinché il mondo possa abbracciare la pace, la giustizia e la dignità per ogni essere umano. Nella Giornata della Memoria, rendiamo omaggio alle vittime con la determinazione di non dimenticare mai, di non abbassare la guardia di fronte all’ingiustizia e di lavorare instancabilmente per un futuro in cui la parola “genocidio” non esista più nel vocabolario dell’umanità.
Ogni giorno ciascuno di noi è chiamato a fare la propria parte, non solo nel ricordare, ma nell’agire con coraggio e compassione per costruire un mondo in cui la memoria dell’Olocausto sia la luce che dissipa le tenebre dell’odio.