Incidente ferroviario pugliese: urla di dolore e urla di rabbia

NOCI – Jolanda, 25 anni, stava recandosi a Bari per raggiungere il fidanzato che avrebbe sposato a settembre. Antonio, 15 anni, era andato ad Andria per sostenere due esami di riparazione. Enrico, 72 anni, da Torino stava arrivando in Puglia per festeggiare il compleanno di suo nipote. Gabriele, 23 anni, era in viaggio per raggiungere il Policlinico e farsi controllare una ferita procurata durante il suo lavoro di metalmeccanico. Francesco, 19 anni, voleva solo trascorrere una giornata con la sua amica. Patty, estetista trentenne, muore sul mezzo che utilizzava ogni giorno lasciando suo figlio di soli due anni. Fulvio, 59enne, vicequestore aggiunto di Bari, stava andando a lavoro come tutte le mattine. Alessandra, 29 anni, andava a prestare il suo sorriso in un oratorio giovanile. Salvatore, 56 anni, allenatore della Verdellinese, si trovava sul convoglio ferroviario per sbrigare affari lavorativi in Puglia. Nonna Donata, soccombe con il nipotino tra le braccia poi, per fortuna, quest’ultimo salvato faticosamente dalla crudeltà delle lamiere. Giuseppe invece, 51 anni, stava lavorando nei campi quando improvvisamente una piastra di ferro lo ha colpito alla testa. Pasquale e Luciano, i due macchinisti deceduti senza nemmeno realizzare la gravità dello scenario dinanzi a loro.

Queste sono solo alcune delle tragiche storie che oggi ci ritroviamo ad ascoltare. Storie di vite spezzate, storie di dolore. Arriva a 23 morti il bilancio dell’incidente ferroviario del 12 luglio che ha visto il treno proveniente da Andria scontrarsi violentemente con quello che partiva da Corato. Un impatto brutale. Un frontale senza precedenti che sa di fantascienza e horror assieme. All’origine l’errore umano.

Superfluo appare adesso qualsiasi commento recriminatorio che toglierebbe spazio al doveroso silenzio di cordoglio. Si scrive una spaventosa pagina tinta di sangue che fa rabbrividire solo al pensiero. Ma ciò che ferisce ancora di più è la superficialità con cui certi ruoli vengono ottemperati nonché la distrazione mista a negligenza che risulta inammissibile in una società di fatto altamente tecnologica.

Tutti i servizi dei tg locali e nazionali hanno concluso i loro reportage con un amaro “si poteva evitare”. Certo che si poteva evitare ma effettivamente non si evita mai.

 

(foto fonte: norbaonline.it)

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