Il gioco d’azzardo: la droga del XXI secolo

NOCI – Gioco del lotto: c’è un ritardo di 131 estrazioni per il numero 30 sulla ruota di Milano e 121 per il 70 a Napoli. Ed ecco subito proliferare le scommesse. I giocatori incalliti si accaniscono. E la moneta puntata su quei bussolotti aumenta. Perché è ovvio, si pensa, che la probabilità che essi siano sorteggiati dopo così tante settimane di latenza, sia molto alta.

Bugia! In realtà siamo dinanzi ad una comune e frequentissima sovrastima palesemente sbagliata: le possibilità restano sempre 1/90, cioè 1 sulla totalità dei numeri che possono essere estratti.
Si chiama tecnicamente “fallacia del giocatore d’azzardo” e consiste nell’idea secondo cui il passato controlli il futuro e che i risultati non siano indipendenti. Come quando lanci un soldo ed esce testa per tre volte consecutive e, alla quarta, si suppone (erroneamente) sia più facile e ragionevole che esca croce.
Tale convinzione può spesso sfociare nella compulsione trasformando il gioco in malattia e originando una vera e propria invalidante dipendenza comportamentale.

Poker on line, scommesse sportive, lotto, macchinette. Questi ed altri sono gli strumenti che attualmente si configurano come la nuova piaga sociale. Quel che accade è che un inaspettato giorno si verifica una fortuita e modesta vincita magari con un “Gratta&Vinci” acquistato per non conservare l’euro di resto del tabaccaio. Ma quella vittoria può regalare l’illusione e la speranza di vincere ancora e magari anche somme maggiori. Così si comincia a giocare di più e inevitabilmente a perdere.
Studi nella ricerca psicologica hanno mostrato come le luci delle macchinette, i colori del videopoker e i suoni che accompagnano queste diaboliche entità assopiscono il giocatore, lo isolano e lo immergono in un mondo virtuale capace di far perdere il controllo. Interi stipendi mensili vengono puntati prima ancora che il gambler abbia la consapevolezza di farlo.

È praticamente una droga, ne si vuole sempre di più. Qualunque sia il prezzo da pagare. Del resto occorre recuperare i soldi persi e quale miglior modo per farlo se non quello di giocare ancora?!
Il gioco d’azzardo patologico crea un pericoloso circolo vizioso da cui uscirne è davvero difficile. E alla stregua di altri scompensi mentali, il GAP si presenta come disturbo cronico e richiede un intervento strutturato che può esplicitarsi in percorsi terapeutici variegati, dall’eventuale ricovero ai colloqui individuali, da interventi farmacologici a gruppi psicoterapeutici. Ma prima di arrivare alla patologia, la speranza vera e sincera è che il gioco resti solo un’occasionale di svago perché si sa, voglio ricordarlo, il banco vince sempre.

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