I protagonisti del Clockstop Fest al liceo “da Vinci-Galilei”

NOCI – All’interno dello scenario del Clockstop Fest Noci 2016, si è svolto nella mattinata dello scorso sabato 14 maggio, presso l’auditorium del liceo “Leonardo da Vinci”, un incontro tra i musicisti partecipanti a questa seconda edizione dell’evento, e gli alunni delle terze e quarte classi dei due licei.

Presente all’incontro la presidente dell’associazione culturale BucoBum Gaetana Bruno, che insieme a Vittorino Curci e a Marcello Magliocchi, ideatore e direttore artistico del progetto, ha contribuito alla realizzazione del Clockstop Fest, ed ha invitato tutti i ragazzi a partecipare agli eventi organizzati dall’associazione presso la nuova sede, «luogo dove si fa musica e aperto a chiunque abbia una proposta culturale. La musica improvvisata e il jazz in particolare hanno reso Noci famosa in passato, ed oggi vogliamo rivalutare il nostro paese rendendolo un punto di riferimento internazionale».

A spiegare ai presenti le origini e il significato della “musica improvvisata”, tema cardine del progetto, è stato Vittorino Curci, il quale ha chiesto al giovane pubblico di approcciarsi con un pizzico di curiosità a questa originale idea di musica, «la prima forma di musica scoperta dall’uomo che oggi stiamo rivalutando poiché racconta la condizione umana, che come quest’arte è imprevedibile», coadiuvato da Jean Michel Van Schouwburg, di origine Belga, il quale ha raccontato la sua storia da autodidatta, approcciatosi alla musica improvvisata per approfondire tecniche e improvvisazioni vocali, utilizzandola come esempio per far comprendere che «nell’improvvisazione non c’è il compositore o l’esecutore di un brano, vi è solamente il suono che va ascoltato».

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Per dar prova del loro lavoro e talento, si sono esibiti, spesso anche in gruppo, il noto sassofonista Guy Frank Pellerin, il contrabassista giapponese Maresuke Okamoto, il cornista scozzese Martin Mayes, che ha sorpreso tutti con il maestoso corno delle alpi, un antico strumento utilizzato in passato per comunicare, il sassofonista e pluristrumentista milanese Massimo Falascone, e il batterista e percussionista Filippo Monico, il quale ha incantato tutti con il suo modo inusuale di fare musica, utilizzando al posto dei comuni strumenti musicali, oggetti di uso quotidiano come sacchetti di plastica, scatole, tappi di bottiglie, fogli e tubi, facendo sorridere i presenti ma anche inducendoli a riflettere sull’ampio significato della musica, eseguita anche con il solo utilizzo di semplici oggetti che riproducono piacevoli suoni.

Improvvisare sembra facile, ma in realtà richiede notevoli qualità, poiché come ha affermato Vittorino Curci: «la differenza tra composizione e improvvisazione è che nella prima hai tutto il tempo per pensare a cosa dire in 15 secondi, invece nella seconda hai solo 15 secondi a disposizione per dire quello che vuoi trasmettere».

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