I presepi delle parrocchie nocesi

NOCI – Anche quest’anno le tre principali parrocchie nocesi hanno realizzato splendidi ed originali presepi per riprodurre al meglio la nascita di Gesù Bambino ed accoglierlo nella notte di Natale.

In simbiosi con il percorso vissuto durante la novena, il presepe realizzato dagli scout della Chiesa di san Domenico, in collaborazione con il gruppo liturgico della parrocchia, riproduce la sacra famiglia al termine di un percorso lungo il quale sono disposte alcune parole sulle quale riflettere poiché capaci di cambiare il mondo. Tra queste vi sono l’amore, la gioia, il perdono, il cammino, la fedeltà, la famiglia, il coraggio e la pazienza. Inoltre, con questa realizzazione si vuole invitare chi la guarda a fermarsi di fronte al mistero grande che è il Natale.

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Diverso è il significato che i giovani della parrocchia Ss. Nome di Gesù hanno attribuito alla nascita della natività. Infatti, il presepe pone in evidenza la centralità di Cristo nella nostra, come richiesto dal vescovo per l’anno pastorale. “Il tuo volto noi cerchiamo camminando sulla terra, ogni uomo che incontriamo ti somiglia o Signore”, è questa la frase cardine della realizzazione, che spiega ciò viene rappresentato dai due volti, quelli di un uomo e di una donna, che sorreggono la sacra famiglia e guardano Gesù Bambino, ricercando il suo volto in quelli di chi incontriamo sul nostro cammino, indipendentemente dalla delle differenze di ognuno, come disabilità, malattia, fama o anonimato.

Infine, una novità ha interessato il presepe della parrocchia Maria Ss. della Natività, realizzato quest’anno dagli Amici del presepe, un gruppo di giovani nocesi appassionati dell’arte presepiale, in collaborazione con AGESCI Noci 1 e altri collaboratori della parrocchia, che insieme hanno scelto di far nascere la natività all’interno de una classica scena napoletana. Infatti, la scena è suddivisa in tre parti: al centro è posta la sacra famiglia situata in un tempio diroccato, sulla sinistra vi è la parte paesaggistica, realizzata prevalentemente con sughero, e sulla destra è rappresentata la vita cittadina, le cui case, curate nel minimo dettaglio, sono stare create con legno e gesso. Le statue invece, sono fatte di terracotta e rivestite con abiti di stoffa.

L’intento per quest’anno, ha dischiarato don Stefano Mazzarisi, «è stato creare un lavoro di comunità in cui ciascuno, con le proprie competenze specifiche, ha dato il proprio contributo, realizzando un lavoro di squadra per allenarsi al vissuto di comunità e provare soddisfazione per aver lavorato insieme».

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