Elogio della lentezza?

NOCI – Alcuni fatti che stanno accadendo in città mi hanno portato a riflettere sulla “lentezza” ed in particolare mi sono chiesto se è un pregio o un difetto. Sono giunto alla conclusione che, democristianamente parlando, “dipende”: in alcuni casi va bene, in altri, se non procura danni, fa perdere opportunità. Passiamo ai singoli fatti:

Mario Forti
Mario Forti

1)SPOSTAMENTO DEL MERCATO SETTIMANALE: approfittando della particolare situazione che stiamo vivendo, saggiamente e con lentezza, la celebrazione del mercato settimanale è avvenuta nell’area del foro boario. Personalmente c’ero anche io tra i 2200 cittadini che lo hanno frequentato e posso dire di essere soddisfatto dell’esperimento e spero diventi definitivo con qualche aggiustamento relativo alla organizzazione degli spazi interni, molti dei quali potrebbero essere adibiti a parcheggio; ma era la prima volta e sono fiducioso che si procederà in tal senso quando non vi sarà più il “filtro” all’ingresso. Se poi ci aggiungiamo un servizio navetta continuo, credo possa essere una valida alternativa anche perché ci sono spazi coperti che ne permetterebbero la celebrazione anche in condizioni metereologiche avverse.

2) APERTURE DELLE ATTIVITA’ ECONOMICHE E PROFESSIONALI: condivido pienamente la prudenza (lentezza) in quanto il pericolo non è scongiurato e rischiare il ritorno al lockdown sarebbe un vero e proprio disastro per tutti: un po’ di pazienza ancora per ritornare più liberi.

3) CONTRATTO DI QUARTIERE II: si è svolto il 4 maggio il primo consiglio comunale dell’era Covid 19; mi ha particolarmente colpito l’argomento: contratto di Quartiere II realizzazione alloggi di edilizia sperimentale e parcheggio interrato in via Pio XII per un importo complessivo di €. 2.074.616,29 (si sta provvedendo alla recinzione e la realizzazione del tabellone di cantiere). Correva l’anno del Signore 2004 quando, illuminati amministratori, proclamavano che “anche i cittadini meno abbienti potranno realizzare il sogno della prima casa”: nel frattempo sono passati 16 anni e qualcuno di quei cittadini sarà passato a miglior vita.

Che senso ha realizzare un opera a distanza di 16 anni quando il mondo è cambiato? Ho detto realizzare ma mi correggo, ho letto che “si sta provvedendo alla recinzione e la realizzazione del tabellone di cantiere” per cui presumo che ai 16 anni se ne aggiungeranno parecchi altri. Nel frattempo le esigenze abitative e tutto il mercato immobiliare è cambiato e si rischia un ulteriore spreco.

Purtroppo in questo caso molte colpe sono di una legislazione inadeguata tant’è che si parla di revisione del codice degli appalti che, strutturato come adesso, porta alla realizzazione delle opere a distanza di tantissimo tempo dalla progettazione che nel frattempo diventa superata.

Si innescano, così, le varie varianti in corso d’opera e mille altri balzelli che portano allo spreco di denaro pubblico: in questo caso parlerei di lentezza vergognosa.

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