Tra due giorni si vota il rinnovo della massima rappresentanza politica. Potremo scegliere quello che le segreterie di partito hanno scelto per noi. Si prevede una astensione maggiore che in passato. La politica degli ultimi anni ha divorato passione, partecipazione, diritti, valori. Questo è quello che pensano i cittadini. E non solo l’astensione, l’indecisione è elevata. Partiti come FdI e Lega si sono avvicendati in modo rapido e fluido nelle preferenze del loro elettorato. Renzi ha perso l’appeal dei migliori giorni e sceglie Calenda come frontman per non scomparire. Di Maio, il Ministro degli Esteri, invece rischia di scomparire, mentre Berlusconi è ancora lì, di TikTok. Su Di Maio figlio vorremmo ricordare Grillo padre…
Le logiche di un padre saggio e meritocratico è quello che fa oggi difetto ai partiti. Una vera attenzione per le minoranze, per l’ambiente, per la sanità fa difetto ai partiti, perché i budget regionali della sanità sono stati divorati, perché la natura viene costantemente aggredita, perché le minoranze vengono additate, accusate e desiderabilmente ricacciati in mare. I messaggi del Vangelo vengono mortificati ogni giorno, da una classe politica che vive di claim, di frasi fatte e di promesse a cui non crede più nessuno, a cominciare da chi le fa.
E allora che senso ha parlare di elezioni, di previsioni, di analisi politica? Lo facciamo per un vezzo, per riempire il tempo. I grandi temi, il Sud, il futuro, i giovani, la guerra, la dipendenza dalla finanza, chi tratta con serietà e credibilità questi temi? Il 26 settembre commenteremo il risultato elettorale, con la massima ipocrisia possibile, perché le elezioni per noi italiani sono poco più e poco meno di Sanremo, una occasione collettiva di proiettare sull’altro i nostri complessi, le nostre sconfitte. E abbiamo un dannato bisogno di trovare un colpevole e un salvatore. Ma se non cresciamo noi elettori, sarà difficile capire dove inizia il salvatore e dove finisce il colpevole.
Buon voto a tutti.