“Concetto di anima fra sacro e profano”: spunti di riflessione sulla propria essenza

NOCI – In una società come quella odierna, super impegnata ed improntata verso il consumismo, definita “società liquida” dal sociologo Zygmunt Bauman, scarseggia il tempo per soffermarsi a riflettere sui valori essenziali della vita e si continua a navigare ininterrottamente nell’incertezza.

In questa vita frenetica che sommerge tutti, uno spiraglio di luce è stato aperto dall’evento intitolato “Concetto di anima fra sacro e profano”, svoltosi il 5 gennaio scorso presso il Chiostro delle Clarisse e volto a sensibilizzare la gente su tematiche più profonde, offrendo la possibilità, anche solo per un breve intervallo di tempo, di fermare la storia e riflettere su se stessi. All’evento hanno preso parte l’esperto in marketing e comunicazione Enzo Bartalotta e don Nicola D’Onghia, parroco presso la parrocchia San Giovanni Battista di Turi e cappellano nel carcere della medesima città, laureato in pedagogia ed esperto di antropologia. I due protagonisti, presentati e moderati dal collega Stefano Impedovo di LeggiNoci, hanno affrontato il concetto cardine della serata, l’anima, analizzando due sfaccettature differenti: la parte profana, esaminata da Bartalotta, il quale ha illustrato l’utilizzo dell’anima finalizzato all’incremento del business, e l’aspetto sacro, spiegato da don Nicola approfondendo il concetto di anima tra neuroscienze e teologia.

Il primo ad intervenire è stato Bartalotta, con la suddivisione dell’anima nella parte conscia, corrispondente ai confini dell’anima, ossia tutte le risposte individuali o collettive di cui l’individuo è consapevole; e nella parte inconscia individuale oppure collettiva, se condivisa, comprendente le religioni, le guerre, la libido, gli impulsi e i sentimenti, di cui l’individuo non è consapevole. Inoltre, egli ha mostrato l’esempio dell’anima nell’automobile, la quale emerge nel livello di aspirazione degli uomini, che ricercano nell’auto un rapporto esclusivo come quello con la mamma, e delle donne che perseguono la sicurezza di un abbraccio paterno. Infatti, secondo la ricerca svolta ed espressa dall’esperto in comunicazione, possedere un’automobile scaturisce sensazioni di libertà, leggerezza, spensieratezza e protezione.

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Soffermandosi sulla sacralità dell’anima, invece, Don Nicola ha ripercorso insieme ai presenti, la storia che ha consolidato questo importante concetto così come lo si conosce oggi. In passato l’anima era considerata un’entità separata dal corpo, ma questa distinzione fu superata da Platone, con l’introduzione del dualismo anima e corpo. Egli, riteneva che l’uomo fosse la sua anima, identificata con la sua parte privilegiata e immortale, a differenza del corpo, considerato la parte meno nobile dell’uomo e la tomba dell’anima, di cui essa deve liberarsi per esprimersi nella sua totalità. Con l’avvento di Cartesio, però, l’anima è stata identificata con il pensiero, perdendo la sua sostanza, riconquistata nei tempi odierni con la considerazione dell’uomo come somma neuronale, dal punto di vista neurofisiologico e psicologico. In realtà, secondo la teologia, con il concetto di anima ci si riferisce all’uomo nella sua totalità posto in relazione con l’altro e in grado di decidere della sua vita. Infatti, come ha sottolineato Don Nicola, «Noi siamo anche gli altri», poiché per poter capire realmente chi siamo, non possiamo farlo in maniera isolata ma confrontandoci con l’altro, perché solo grazie agli altri siamo quello che siamo.

Al termine della serata si è aperto un intenso dibattito, che ha lasciato la possibilità ai presenti di esporre i propri dubbi ai due ospiti, che con grande disponibilità hanno risposto ad ogni domanda risolvendo qualsiasi dubbio.

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