Combattiamo la malattia per festeggiare la vita

NOCI – Torna il tema della prevenzione e della ricerca. Oggi, 8 maggio, festa della mamma, l’AIRC torna in piazza con “l’azalea della ricerca”. Anche a Noci, in piazza Garibaldi, i volontari AIRC saranno presenti per raccogliere i contributi dei cittadini nocesi. Da 51 anni l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro è al fianco di chi soffre e soprattutto delle donne.

«Mi sono sempre ritenuta una persona fortunata. Ho una splendida famiglia, una bambina che cresce a vista d’occhio, un marito attento.  L’anno scorso però la mia situazione è drasticamente cambiata, come se la fortuna mi avesse girato le spalle all’improvviso.  Il dottore mi diagnosticò il “brutto male”, un tumore al seno. Da quel momento in poi sono stata costretta a prendere decisioni tremende e terrorizzanti. Il mio equilibrio psicofisico stava perdendo la razionalità e avevo come la percezione che la mia vita stesse gradualmente, di giorno in giorno, scivolandomi di mano. Il mio aspetto fisico aveva inevitabilmente subito una involuzione: cranio pelato e amputazione della basilare fisicità femminile. Anche il mio ruolo di genitore è stato messo a dura prova quando ho affrontato la situazione con mia figlia. Per lei è stato difficile accettare di vedere la propria mamma malata. La fase più acuta e per certi versi più traumatizzante è stata quando ho sostenuto la chemioterapia: una cura che lascia sul corpo dell’ammalato segni visibili, provocando in certi casi effetti collaterali pesanti. Per sdrammatizzare la situazione, io e mia figlia c’eravamo inventate un nuovo gioco. Prima di coricarsi alla sera le permettevo di scrivere o disegnare sulla mia testa, lasciandole la libertà di esprimere i suoi pensieri, le sue ansie e preoccupazioni. Questo momento intimo tra me e lei ha permesso di aprirci al dialogo e di condividere le nostre fragilità in modo da poterle affrontare con più serenità». Questa è la drammatica testimonianza della 39enne Anna, rilasciata al blog infoseno.org nel 2013, affetta da tumore al seno.

Come lei, tantissime, forse troppe, sono le donne che si trovano inaspettatamente a fare i conti con malattie insorte senza preavviso, senza cause apparenti e senza inviti. In questo 8 maggio, giorno convenzionalmente scelto per celebrare la festa della mamma, si vuole unire la gioia di una ricorrenza che inneggia alla vita al dolore di un male diffuso che quella vita la spezza.

In Italia pare che siano più di 63.000 all’anno le donne colpite da un tumore al seno o agli organi riproduttivi. Un valore assoluto che continua a crescere spaventosamente. Tuttavia gli studi al riguardo sono inarrestabili e passi da gigante sono stati compiuti volti a far sì che il cancro diventi curabile.

In questa giornata, l’obiettivo che suona come un imperativo è quello di sostenere la ricerca affinché un figlio non debba assistere più alla sofferenza del genitore che gli ha donato la vita e affinché una madre possa diventare tale senza che una patologia possa insorgervi prima. Perché la vita è qualcosa di straordinariamente entusiasmante. E se i mali dell’esistenza non possono essere eliminati, proviamo almeno a combatterli.

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