Che acqua tira a Noci?

NOCI – Il 22 marzo di ogni anno, a partire da 1992, si festeggia la giornata mondiale dell’acqua. E con l’arrivo della bella stagione sono molte le persone che si fermano presso una delle tante fontanelle, le storiche Cape de firr, datate 1914 e simbolo dell’Acquedotto Pugliese, situate in vari punti del paese, per rinfrescarsi. Ma in che condizioni versano le fontanelle pubbliche a Noci? Siamo andati in giro per controllare quante sono in funzione e quante invece sono rotte e inutilizzabili. Nel nostro centro abitato abbiamo contato una ventina di fontanelle e solo 8 risultano essere non funzionanti. Molte di queste sono diventate inutilizzabili subendo atti vandalici, come quelle presenti nella villa comunale. Le rimanenti che erogano acqua, presentano qualche problema di funzionamento. La maggior parte delle fontanelle presenti a Noci hanno il nuovo rubinetto a pulsante in ottone, che ha sostituito la manopola originale in ghisa, ma questo, o si incastra non permettendone la chiusura, oppure è un po’ inclinato e traballante, non permettendo di premere il pulsante correttamente. Sempre di quelle in ottone, il getto dell’acqua risulta essere troppo forte, bagnando chiunque cerchi di bere o cerchi di riempire una bottiglietta. Solo due invece sembrano funzionare alla perfezione, perché dotate di un rubinetto a leva, che ha sostituito quello a pulsante. Nonostante tutto, rimangono il punto di riferimento per molti cittadini che vogliono rinfrescarsi nelle calde giornate estive.

Ma se in molti scelgono l’acqua delle fontanelle, altri preferiscono l’acqua del rubinetto. E la domanda che ci si pone è sempre la stessa: “Ma l’acqua del rubinetto fa male?” È difficile dare una risposta perché la qualità di quell’acqua dipende da molteplici fattori, come la funzionalità della rete idrica cittadina, la contaminazione delle falde acquifere, la pulizia dei tubi presenti nei palazzi e dei i filtri dei rubinetti. Perciò la qualità dell’acqua varia da zona a zona. Per quanto riguarda il comune di Noci, il sito dell’Acquedotto Pugliese ci fornisce un’etichetta “che potrai applicare sulle bottiglie della tua tavola” con i parametri dell’acqua frutto di 250 mila controlli che ogni anno vengono effettuati su campioni prelevati da sorgenti, pozzi e fontanelle pubbliche che poi vengono analizzati in laboratorio. Sono gli stessi parametri presenti sulle etichette delle bottiglie di acqua in commercio. Ma per conoscere effettivamente se ciò che ci beviamo fa male o meno, bisogna imparare a interpretarli.

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Partiamo dal presupposto che sono molti i parametri che vengono presi in considerazione quando si parla di acqua. E molto dipende delle sostanze che si vogliono assumere anche in base alla situazione che si sta vivendo, tipo una gravidanza, una dieta, o un’attività fisica. Qui ci soffermeremo a riportare le caratteristiche più importati a cui fare riferimento.

Il pH ci indica quanto è acida o basica l’acqua da una scala da 0 a 14. Se il valore è 7 si ha una situazione di neutralità, dato dall’acqua distillata ad una temperatura di 25°C. Per fare degli esempi, la CocaCola è una bevanda acida, mentre il tè verde è una bevanda basica. Per l’acqua i valori stabiliti dalla legge sono compresi tra i 6,5 e i 9,5. Con 7,6 l’acqua del rubinetto risulta leggermente basica.

Il residuo fisso esprime la quantità di parte solida (i sali) che rimangono dopo aver evaporato un litro d’acqua alla temperatura di 180° C. Con un valore di 225 milligrammi per litro, l’acqua risulta oligominerale o leggermente mineralizzata, cioè “un’ottima acqua da tavola, adatta ad essere bevuta quotidianamente, svolgendo un’azione diuretica e contenetene poco sodio”.

La durezza esprime la quantità di calcio e magnesio presente nell’acqua. Più questo valore è alto e più l’acqua è considerata calcarea. È responsabile della formazione di incrostazioni nelle tubazioni di docce, scaldabagni, rubinetti, lavatrici e ferri da stiro, ma non ha alcun effetto nocivo per la salute. Con un valore di 17° G.F. (Gradi Francesi), l’acqua risulta discretamente dura, contenente per ogni litro d’acqua 170 milligrammi di carbonato di calcio.

I sali disciolti nell’acqua consentono, inoltre, il passaggio della corrente elettrica. La conducibilità dipende dalla temperatura e quindi occorre riportare i valori misurati a quelli teorici che si avrebbero ad una temperatura di riferimento, come nel nostro caso a 20° C. Quindi la misura della conducibilità elettrica costituisce un metodo indiretto, seppur approssimato, per ricavare il residuo fisso di un’acqua.

Infine, i nitrati sono sostanze presenti nelle acque, derivanti dalla penetrazione nel terreno di fertilizzanti utilizzati in agricoltura. Non sono pericolosi se presenti in concentrazioni minime, come nel nostro caso, ma se assunti in eccesso possono ostacolare il trasporto di ossigeno nel sangue. Il livello dei nitrati deve essere tenuto sotto controllo soprattutto se l’acqua è assunta da neonati, dove non devono superare i 10 milligrammi per litro.

Inoltre, sempre sul sito dell’Acquedotto Pugliese è possibile trovare i consigli del sommelier “per guastare al meglio l’acqua” insieme a consigli utili e piccoli accorgimenti che ci permettono di non sprecare un bene che prima o poi potrebbe non essere più disponibile.

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