Amaro binario mio

NOCI – Ha fatto un certo effetto vedere quasi 5000 persone assistere sabato mattina ai funerali di stato di 13 delle 23 vittime della tragedia ferroviaria avventa martedì scorso sulla tratta a binario unico delle Ferrovie Bari Nord nella tratta Andria-Corato.

Si è detto delle parole dure del vescovo di Andria monsignor Luigi Mansi sulle «periferie dell’Italia», il «mai più» del sindaco di Andria Nicola Giorgino, e il saluto del presidente della repubblica Sergio Mattarella ai parenti dei deceduti. Poteva essere una tragedia evitabile? Sarà la magistratura a chiarirlo. La Procura della Repubblica di Trani ha aperto un fascicolo d’inchiesta per disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo in cui risultano coinvolti i dirigenti di Ferrotranviaria, i due capistazione di Andria e Corato e il capotreno superstite. Eppure inchieste giornalistiche hanno evidenziato che sarebbe bastato un finanziamento di poco meno di 2mln di euro per installare un sistema di sicurezza automatizzato e che quella tratta era rimasta una delle ultime a non usufruire di questo sistema. L’altra tratta è delle Ferrovie Sud-Est in Salento, ma lì il problema non si pone perché vi sarebbe una sola vettura a percorrerla. Ed è proprio sui finanziamenti, così come sull’ “errore umano”, che gli inquirenti stanno cercando di far luce. Un progetto era stato sviluppato sin dal 2013 ma si attendevano i fondi per trasferirlo dalla carta alle rotaie.

E mentre si fa la conta dei finanziamenti che hanno evidenziato una forbice tra i 47miliardi del settentrione contro gli appena 5,7 al meridione e la battaglia della Gazzetta del Mezzogiorno sui treni ad alta velocità sulla dorsale adriatica, c’è un’altra vicenda che resta a cuore nei pendolari pugliesi e riguarda le Ferrovie del Sud-Est. Appena la settimana scorsa la Guardia di Finanza ha nuovamente sequestrato documenti e fondi bancari all’ex presidente Fiorillo, ed emergerebbe anche un timbro delle ferrovie custodito chissà perché. I colleghi Massimiliano Scagliarini e Giovanni Longo hanno per questo scritto un libro-inchiesta dal titolo “Niente treni la domenica” (Edisud), presentato all’ultima edizione del Libro Possibile di Polignano a Mare.

Parafrasando Domenico Modugno, amaro binario mio in questa terra arsa dal sole e resa viva dal bianco della calce non si può sottrarre arbitrariamente la vita a chi la vive. Rimarrà per sempre impresso lo sguardo del piccolo Samuele (7 anni) sopravvissuto al disastro perché nonna Donata lo ha avvolto in un abbraccio che sa di un ultimo atto d’amore. Rimarrà la macchina di soccorsi. Vigili del fuoco, medici, poliziotti, finanzieri e carabinieri, giunti in massa a rovistare tra le lamiere per sottrarre la vita dalle grinfie della morte perché infondo sono uomini anche loro, e anche loro sono padri di famiglia. Rimarrà la solidarietà immensa del popolo delle puglie accorso ai plessi ospedalieri a donare sangue per i feriti. Rimarrà la Puglia migliore, quella che non si arrende, quella che non rimane inerme davanti alla drammaticità degli eventi, ma che si rimbocca le maniche e va avanti. Infondo siamo un popolo di formiche, laboriose e solidali, e anche quando ci danno del “cafone”, rimaniamo sempre con le braccia aperte per accogliere con un sorriso lo straniero che viene dal mondo. Non importa se per mare o per terra, qui, giù al nord, siamo fatti così ed è questa nostra peculiarità a renderci unici.

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