A-24020: Noci abbraccia Elisa Springer

NOCI – Riassumere in poche righe una vita così intensa come quello di Elisa Springer, che ha attraversato un periodo storico denso di violenze e tragedie orribili, è davvero difficile. Io l’ho conosciuta in occasione della presentazione a Noci con l’Associazione Darf del suo libro “L’eco del silenzio” nel 1999. Era la prima volta in cui le parlai, l’ultima fu per i funerali del suo amatissimo figlio a Manduria. In quella parentesi di vita era racchiuso il suo dolore e quello di tante vite.

Il dolore delle donne che lei aveva incontrato ad Auschwitz, Bergen Belsen, Theresienstadt e che lei portava inciso nel suo corpo e nel suo braccio. Divenimmo amiche (e a Noci ritornò altre volte, e altre volte l’ho incontrata a Manduria, dove aveva vissuto lunghi anni di solitudine). Mi confidò che all’inizio del suo matrimonio, che la portò in Puglia, la chiamavano “la tedesca” con distacco, e lei rimase in disparte e in silenzio per quasi 50 anni. Mi raccontò che non aveva mai fatto vedere a nessuno quel numero sul suo avambraccio A‒24020. Ce l’ho impresso nella mente quel suo tatuaggio, il marchio del dolore e dell’umiliazione, ma anche simbolo del male che l’odio semina e che le aveva dato la forza di sconfiggere la morte per far uscire dall’oscurità e dal silenzio le voci delle vittime di un crimine così grande. Affinché si ricordi, e non per una data sul calendario, ma per piantare la cultura della memoria. Che non deve perdersi.

Ecco perché, come lei diceva in tutte le scuole dove veniva invitata «Io ho vissuto per non dimenticare quella parte di me rimasta nei lager, ho vissuto per difendere la memoria dei miei cari e di tanti innocenti bruciati nei forni crematori». “Perché oggi ‒ come ha scritto‒ è più che mai necessario che i giovani sappiano, capiscano e comprendano… per poter costruire un mondo migliore senza odio né barriere, un mondo in cui ognuno di loro, abbattendo intolleranza ed egoismo, restituirà alla vita il significato della parola libertà”.

Giulia Basile

(foto: Hotel Miramonte 5 Marzo del 1999- da sinistra: Giulia Basile, Elisa Springer, Maria Gentile, presidente Darf di quell’anno, e il figlio di Springer)

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