Tempi di assoluta precarietà

NOCI – Per i più fatalisti la pandemia è venuta a mettere ordine sulla terra dal momento che l’essere umano non è stato in grado di preservare l’habitat naturale violentandolo quotidianamente e dimenticando di essere un ospite di passaggio. I meno fatalisti, visto l’evolversi della situazione planetaria, al momento non hanno che da riflettere su ciò che pensano i fatalisti.

Tutti gli altri (scettici, menefreghisti e disinteressati in genere) continuassero a non pensare immaginando di essere immuni da tutto. E veniamo alla realtà: la nostra comunità in questi giorni si è preoccupata del presunto caso di coronavirus all’ospedale di Putignano. Qualche giorno fa si è dovuto chiudere il reparto di cardiologia per via di una paziente 90enne, positiva al tampone covid-19 all’atto delle dimissioni, quando era risultata negativa cinque giorni prima al momento del ricovero per uno scompenso cardiaco. Conseguentemente il reparto era stato chiuso e il personale sottoposto alla quarantena come da protocollo.

Mario Forti
Mario Forti

Nel frattempo la paziente, anziché essere ricondotta presso la residenza per anziani di Alberobello dalla quale proveniva, è stata trasferita al centro covid-19 del Miulli di Acquaviva per ulteriori approfondimenti dal momento che la signora non manifestava alcun sintomo riconducibile al coronavirus. Sottoposta nuovamente alla sequenza di tamponi naso-faringei la 90enne è tuttavia nuovamente risultata negativa, facendo rientrare ogni allarme. Anche gli altri pazienti che avevano condiviso il ricovero con la signora, sottoposti a loro volta a tampone erano già risultati tutti negativi. Ma con questa notizia anche l’intero personale del reparto ha potuto tirare un sospiro di sollievo potendo evitare il gravame della quarantena e tornare subito al lavoro.

Potrebbe essersi trattato dunque di un falso positivo quello verificatosi nel reparto di cardiologia dell’Ospedale di Putignano. Un caso per la verità non del tutto insolito visto che la casistica indica parecchi casi analoghi al livello nazionale. La tanto declamata ed osannata sanità lombarda: da esempio e lustro del nostro sistema sanitario è diventata lo zimbello delle critiche. E’ stata incapace di affrontare l’epidemia ed a tutt’oggi risulta essere la regione più colpita e più lenta a riprendersi.

Tutti questi eventi lasciano trasparire che la pandemia è venuta a creare scompiglio e sovvertire l’ordine-disordine delle cose: persino il mercato settimanale ne è rimasto imbrigliato: sede storica o foro boario? Il Covid-19 sembra venuto a sottolineare che la precarietà è la regola del mondo per cui “chi vuol essere lieto sia, del doman non v’ è certezza” direbbe qualcuno!

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