Meglio disoccupati che lavoratori

NOCI – E’ l’Italia dei paradossi e di una classe politica incapace di adempiere al proprio ruolo: una nazione con uno dei più alti tassi di disoccupazione in Europa che adotta un provvedimento che, al momento, è indirizzato alla crescita dei disoccupati: mi riferisco al bene-maledetto reddito di cittadinanza cogliendo lo spunto dalla cronaca di questi ultimi giorni. “Estate chiusa per reddito L’allarme di hotel e lidi: non troviamo personale”: titolava così un articolo su un quotidiano nazionale “Dal Veneto alla Puglia: nessuno vuol lavorare per non perdere il sussidio. Stagione a rischio“. Perché lavorare per tutta l’estate, o magari rovinarsi i week end estivi per pochi soldi, quando puoi riceverli standotene sereno a casa tua o magari in spiaggia grazie a Di Maio?

Mario Forti
Mario Forti

La risposta alla domanda è scontata, come stanno capendo a loro spese i proprietari di hotel, ristoranti e stabilimenti in cerca di lavoratori per la stagione estiva appena iniziata. L’allarme arriva da tutta la penisola, da nord a sud: non si trovano camerieri, bagnini, personale di cucina. Tutti lavori che negli anni scorsi facevano molti ragazzi che però da aprile di quest’anno stanno già prendendo il reddito di cittadinanza o sono in attesa di riceverlo dall’Inps. «Siamo in emergenza vera. Molti giovani del sud che l’anno scorso avevano fatto la stagione nei nostri alberghi – spiega il sindaco di una città balneare – quest’anno non sono voluti tornare a perché stavano percependo il reddito di cittadinanza. E se accettassero di tornare perderebbero l’assegno da oltre 700 euro che a loro basta per vivere».

Poi si è innescato un altro meccanismo: chi risponde alle offerte di lavoro nelle località balneari chiede di non essere contrattualizzato ma di lavorare in nero, così da mantenere anche l’assegno pubblico di cittadinanza. Il paradosso consiste nel fatto che vi è una forte domanda di manodopera, soprattutto nel campo turistico che dovrebbe essere quello trainante della nostra economia, ed una scarsissima offerta determinata da questo provvedimento propagandistico. Dico propagandistico in quanto il provvedimento di istituzione della misura “assistenzialistica” prevede anche la figura del “navigator”, una sorta di tutor che dovrebbe intercettare la domanda di lavoro e proporre ai percipienti una occupazione. Ma siamo in Italia e, mentre da una parte è partita l’assistenza-elargizione, dall’altra i navigator non sono ancora stati individuati.

A questo punto mi chiedo perché non si è fatto partire tutto insieme? Al momento vi è un settore chiave della economia italiana che è in difficoltà per carenza di personale; i miei complimenti Di Maio’s company.

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