Matteo Messina Denaro e lo Stato

Lo Stato si compone di tre elementi: popolo, territorio e sovranità. In questo senso, potrebbe risultare un tantino controverso affermare che ha vinto lo Stato con l’arresto di Matteo Messina Denaro. Mi spiego meglio. Il ricercato da oltre 30 anni viveva liberamente nel comune di Campobello di Mazara, vicinissimo al suo comune di origine. Dunque nel suo territorio, tra la sua gente, il suo popolo, alla luce del sole. A sud, nei piccoli paese tutti conoscono tutti e tutto. Sarebbe questa una eccezione?

Messina Denaro era perfettamente integrato e disponeva di una impressionante e basta rete di fiancheggiatori. È sbagliato caricare lo Stato solo sulle spalle delle istituzioni. Il popolo ne è parte integrante e responsabile. Ma in questa vicenda va rumore e clamore anche il sospetto che le istituzioni possano aver concordato col latitante una eclatante cattura, a fronte di una ipotetica trattativa tutta da capire.

Questa ipotesi l’ha ventilata Salvatore Baiardo, un factotum vicino ai fratelli Graviano ed uomo che sembrerebbe informato sui fatti di mafia. Ebbene, due mesi fa, rilasciando una intervista a Non è l’arena di Giletti, di pronunciò così: “Che arrivi un regalino? Magari presumiamo che un Matteo Messina Denaro sia molto malato e faccia una trattativa per consegnarsi lui stesso per fare un arresto clamoroso?” E poi aggiunse: ”La trattativa Stato-Mafia non è mai finita. Tutto è possibile come quando è stato arrestato Toto Riina. Qualcuno potrebbe far sembrare tutto casuale? Magari tutto è già programmato da tempo”.

Parole pesanti, che casualmente o causalmente hanno preso forma con questo arresto, tardivo e che non sembra porre fine agli affari e al potere mafioso. Il popolo ha bisogno di verità, ma anche di assumersi le proprie responsabilità e farsi Stato.

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