“Mafia: singolare, femminile” in ricordo degli agricoltori foggiani

NOCI – Una serata dedicata a tutte le vittime della mafia ma soprattutto i fratelli Luigi e Aurelio Luciani, i due agricoltori di San Marco in Lamis, in provincia di Foggia, uccisi perché coinvolti in un regolamento di conti tra clan rivali. Ma la legalità ha un’arma, e sono le donne. Le stesse che loro malgrado si trovano coinvolte in situazioni spiacevoli il più delle volte tirate in mezzo da mariti o fidanzati collusi in qualche modo con la mafia.

E così Stefania Blandeburgo, Maria Teresa Coraci e Giusy Frallonardo hanno interpretato tre donne che si sono trovate a convivere, talvolta scontrandosi, con avvii di procedimenti giudiziari penali se non addirittura con la morte per mano della mafia. Mafia, come quella che c’è ma non si vede perché si mischia nei salotti buoni della politica e della borghesia vestendosi di colletti bianchi e valigette da cui escono contratti e appalti. Mafia, come quella che fa sciogliere uomini nell’acido e alle donne lascia una medaglietta d’oro per ricordarsi che “avevano un marito”. Mafia, come quella che uccide senza pensare alle nuove generazioni che crescono nell’odio e nella violenza credendo che la vendetta sia l’unica via per sopravvivere.

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Mafia è anche quella macchia che sporca la bellissima terra di Sicilia e che colora di rosso la Capitanata in Puglia. Le tre attrici, scalze e in abito nero lungo, hanno dato voce a quelle donne che la mafia l’hanno vista da vicino. Il racconto dei tre monologhi sulla base degli elementi raccolti dalla procuratrice Marzia Sabella e dalla scrittrice Cetta Brancato, hanno visto domenica sera sul sagrato della Chiesa Madre in piazza Plebiscito la partecipazione della musicista Giana Guaiana e la voce fuori campo della presidente del Tribunale di Marsala Alessandra Camassa.

Lo spettacolo, per la regia di Luigi Taccone, è un concentrato di dolore e d’amore per la terra sicula e per i suoi abitanti. «Sono particolarmente colpito e preso da quello che abbiamo visto che ogni parola può guastare tutto» è stato il commento a fine spettacolo del sindaco Domenico Nisi.

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