Il doppio binario. Da Casellati alla Belloni

Fumata nera anche nel terzo scrutinio terminato ieri pomeriggio. Un risultato prevedibile dato che nelle prime tre votazioni l’asticella per eleggere il Capo dello Stato deve essere pari alla maggioranza qualificata dei due terzi dei componenti, e quindi superiore rispetto sia alla maggioranza assoluta, pari alla metà più uno dei componenti della plenaria, e sia superiore alle aspettative sulla tenuta di tutti gruppi politici presenti in Parlamento.
Anzi quasi tutti! Infatti, ieri mattina Giorgia Meloni, qualche secondo prima dell’inizio del terzo scrutinio, ha indicato il nome di Guido Crosetto come candidato di bandiera che ha totalizzato 114 voti, e cioè un numero doppio rispetto ai 62 grandi elettori di Fratelli d’Italia. Questa è stata una mossa concordata nei vertici di centrodestra con lo scopo di sondare quanti parlamentari avrebbero potuto appoggiare una candidatura proposta dallo stesso centrodestra. Una scelta che si è rilevata, dunque, sorprendente e che ha messo timori al centrosinistra, precisamente un timore circa la possibilità dell’agilità del centrodestra di eleggersi da solo il Presidente della Repubblica.

Oggi, infatti, la prima ipotesi che potrebbe mettere in campo il centrodestra è l’applicazione della operazione “Casellati”. Vale a dire far votare la prima donna Presidente del Senato da tutte le forze di centrodestra e sperare che una cinquantina di grandi elettori delle file dei centristi e della sinistra permettano alla Casellati di superare il quorum fissato a 505 voti.
Contro questa ipotesi si è scagliato Enrico Letta, minacciando di far saltare il Governo Draghi ove il centrodestra portasse alla conta dei voti la Presidente del Senato.
Per questa ragione, Berlusconi ha cercato di condividere con Salvini dei nomi a cui il centrosinistra non potrebbe negare il proprio consenso. Così Salvini ha pianificato un doppio binario di nominativi: un primo binario è legato a figura politiche come Pierferdinando Casini (già Presidente della Camera) e Gianni Letta (già Segretario del Consiglio dei Ministri); un secondo binario è legato a figure tecniche come Elisabetta Belloni (Capa dei servizi segreti) e Sabino Cassese (già giudice costituzionale).

Nel contempo Giuseppe Conte deve placare gli animi dei grandi elettori pentastellati che non gradiscono il nome di Pierferdinando Casini, mentre la corrente che si contrappone al Ministro Di Maio accetterebbe (anche con soddisfazione) la candidatura della Presidente Casellati.
Lo stesso Crippa, capogruppo alla Camera del M5S, stronca sul nascere la candidatura di Casini affermando: “Prioritari altri nomi rispetto a Casini”.

Fra qualche ora, dunque, capiremo se il centrodestra tenterà la spallata ai giallorossi promuovendo la candidatura della Casellati o di un nome di centrodestra nella speranza che possa esserle eletta/eletto. Oppure indicherà Scheda Bianca come l’unica donna vincente di questa partita quirinalizia.

Diversamente nel fronte del centrosinistra, per la quarta votazione, a vincere sarà sicuramente la signora Scheda Bianca.
Enrico Letta ha già previsto che il voto decisivo ci sarà domani e che non si eleggerà un presidente di centrodestra. Chissà!

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