Appalti truccati per 120 milioni: tra gli indagati il nocese ing. Amedeo D’Onghia

I Finanzieri del Comando Provinciale di Bari, al termine di un’indagine di polizia giudiziaria hanno notificato, su delega della locale Procura della Repubblica, un avviso di conclusione delle indagini preliminari, nel quale vengono riconosciuti gravi indizi di colpevolezza (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) nel procedimento a carico di n. 8 soggetti, cinque dei quali dipendenti comunali e tre responsabili aziendali, indagati a vario titolo per turbata libertà degli incanti – art. 353 c.p. – e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale – art. 479 c.p.-.

L’attività di polizia economico finanziaria sviluppata dalla Compagnia di Monopoli, avviata nel 2018, ha consentito di ricostruire un articolato sistema di frode, ad avviso della Procura, finalizzato alla illecita partecipazione e aggiudicazione di gare d’appalto indette da una stazione appaltante, insediata nel sud est barese, del valore complessivo di circa 120 milioni di euro, da parte di una società campana operante nel settore della raccolta e gestione dei rifiuti solidi urbani.

Le indagini hanno permesso di ipotizzare come l’amministratore unico della società appaltante e due stretti collaboratori turbavano la procedura di gara indetta dal Comune di Monopoli, in qualità di capofila dell’A.R.O. BA/8, avente ad oggetto l’affidamento del servizio di raccolta e trasporto rifiuti sui territori di quattro comuni (Monopoli, Conversano, Polignano a Mare, Mola di Bari) mediante collusioni con diversi pubblici ufficiali.

Questi ultimi avrebbero omesso intenzionalmente, nelle fasi dei controlli d’ufficio e delle verifiche prodromiche alla stipula dei contratti esecutivi con le stazioni appaltanti interessate, di segnalare la sussistenza di una serie di esposizioni debitorie con il fisco e con gli enti previdenziali a carico della società affidataria, anziché procedere all’avvio della procedura di esclusione della stessa dalla gara.

Nello specifico, i R.u.p. dell’ARO Ba/8 e dei comuni di Monopoli e Conversano, in concorso con i rispettivi direttori esecutivi del contratto d’appalto, pur essendo a conoscenza di tali irregolarità fiscali e contributive, per oltre 4 milioni di euro, accertate tramite l’avvenuta consultazione della banca dati DURC ON LINE ed una segnalazione dell’Agenzia delle Entrate inviata agli enti pubblici interessati, attestavano, secondo la tesi accusatoria, la regolarità dei requisiti di legge previsti dal Codice dei Contratti Pubblici.

L’attività di servizio testimonia il costante presidio esercitato dalla Guardia di Finanza di Bari sul territorio al contrasto dei reati contro la Pubblica Amministrazione, a tutela del buon andamento degli uffici pubblici e per garantire il rispetto delle regole per una corretta competizione tra gli operatori economici.

I nomi degli indagati, tra cui figura il nocese Amedeo D’Onghia quale responsabile dell’Ufficio dei Comuni dell’Aro Bari 8 dal 1° luglio 2017, sono: Pompeo Colacicco, 50 anni di Bari, all’epoca dirigente del Comune di Monopoli (oggi al Comune di Bari), Massimo D’Adamo (dirigente dell’Ufficio ambiente del Comune di Conversano), Danilo Santamauro (direttore esecutivo del contratto per il Comune di Monopoli) e Raffaella Longo (direttore esecutivo del contratto per il Comune di Conversano), Vittorio Lana (legale rappresentante della Ecologia Falzarano), Paolo Aureli e Domenico Di Mise (dipendente della società).

I titolari della Ecologia Falzarano, che secondo la tesi accusatoria della Procura della Repubblica di Bari sarebbe stata agevolata nella procedura di appalto di rifiuti non venendo esclusa dalla stessa come invece previsto dalla Legge sugli Appalti, nel frattempo falliva ed i titolari venivano raggiunti dalla misura cautelare degli arresti a gennaio dalla Procura di Benevento con le accuse di bancarotta fraudolenta e riciclaggio.

Leave a Reply

Your email address will not be published.