Ieri col piumino, oggi col costumino: ci dobbiamo preoccupare

NOCI – Anche se la saggezza popolare lo annunciava da tempo quest’anno la realtà ha superato la fantasia: “…non ci sono più le mezze stagioni!!!”. Col passare del tempo si sono prodotte variazioni climatiche di tale ampiezza da determinare cambiamenti di carattere mondiale, inimmaginabili. Spesso si legge di animali in via di estinzione o di ghiacciai che si stanno sciogliendo, considerandoli problemi che non ci appartengono direttamente. Questo perché, forse, non si conoscono bene le conseguenze di tali mutamenti. Basti pensare ai ghiacciai dell’Himalaya che potrebbero non esistere più nel 2100, e che alimentano dieci grandi fiumi in Asia.

Mario Forti
Mario Forti

È doveroso comprendere, dunque, che parlando dello scioglimento dei ghiacciai, si deve automaticamente trattare della possibile futura assenza di uno dei beni fondamentali per la vita dell’uomo, l’acqua, che crediamo sia un bene che durerà per sempre, ma che, in realtà, già scarseggia. L’assenza di questo elemento minaccia la produzione agricola, dipendente ovviamente dall’irrigazione, e pone, dunque, il rischio di un’insicurezza alimentare. I cambiamenti in corso hanno effetti anche sulla nostra salute.

Oggi sappiamo ormai tanto del problema del cambiamento climatico: il pianeta si sta riscaldando e continuerà a riscaldarsi nei prossimi decenni; le attività umane – in particolare la combustione di carbone, gas e petrolio – ne sono la causa principale; alluvioni, siccità, ondate di calore, ovvero quelli che gli esperti chiamano eventi estremi, si stanno intensificando in diverse parti del mondo e in modo irregolare e mettono a repentaglio l’idea di stabilità cui siamo abituati: comunità distrutte, danni economici a persone e interi sistemi produttivi, e purtroppo anche morti e feriti. il cambiamento climatico non è un problema futuro – sta accadendo proprio ora.

Ma non sono problemi che non ci riguardano, anzi la situazione Italiana è una delle più gravi: analizzando attentamente i dati delle temperature l’Italia si sta scaldando quasi il doppio rispetto alla media globale e di altre terre emerse del pianeta. Perciò oltre a politiche volte alla riduzione delle emissioni di gas serra per limitare i danni futuri, l’Italia ha urgenza di mettere in atto strategie di adattamento rispetto alla conseguenze dei cambiamenti del clima che sono già in corso. E occorre una mobilitazione a tutti i livelli, dai cittadini alle municipalità, dalle regioni al governo nazionale per mettere in campo azioni in risposta alla sfida dei cambiamenti climatici.

Ognuno nel proprio piccolo può fare qualcosa: a livello comunale bisognerebbe incentivare l’uso di veicoli elettrici e delle biciclette riservando spazi di circolazione e parcheggio, bisognerebbe premiare le attività plastic free, si potrebbe istituire una “giornata verde” e tante altre iniziative considerando che è una cosa ammirevole e nello stesso tempo preoccupante che una ragazza di appena 16 anni, Greta Thunberg, ha capito ciò che tanti “geni” della politica ancora oggi ignorano.

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