Festival del cinema di Venezia: red carpet glamour o kitsch?

NOCI – Iniziata il 31 agosto, si è conclusa ieri la 73ª edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Nata con l’obiettivo precipuo di diffondere la bellezza del mondo dello spettacolo in tutte le sue forme, la rassegna più famosa di sempre pare però far chiacchierare non tanto per i film in programmazione quanto per gli abiti sfoggiati sul red carpet.

Eleganza, classe, raffinatezza ma anche originalità, stravaganza e volgarità. Obbedendo all’imperativo della non banalità, le star hanno attraversato la passerella tanto ambita sicure di non passare inosservate.

È stata una gara di flash all’ultimo sangue: dalla poco timida Carolina Crescentini che ha esibito una esagerata scollatura volta a mostrare un seno inesistente a Blu Yoshimi in versione prima comunione, passando per la sposa cadavere Rocio Munoz Morales fino ad arrivare a Dakota Fanning sembrata uscire dalla pellicola animata Frozen. A non osare troppo è stata invece la funerea Patty Pravo mentre Eliana Miglio è giunta a Venezia in vestaglia da notte. Deludente è apparsa poi Belen Rodriguez in un vestito rosa troppo avvolgente e scoordinato. Infine, elegantissima e sofisticatamente sensuale ha sfilato la Eva Herzigova accanto a Valentina Lodovini in giacca e pantalone classico.

Ma più di tutte, Giulia Salemi e Dayane Mello, le due anonime signorine sconosciute al pianeta intero, hanno guadagnato il più alto numero di scatti, di riviste e di click sul web. Praticamente nude si sono reputate orgogliose e felici di cotanta popolarità riscossa sebbene neanche sapessero dove fossero e cosa stessero celebrando.

E la critica più aggressiva, sfoderate tutte le armi affilate, ha dato origine ad uno dei linciaggi meritatamente più aspri e violenti che la storia del cinema ricordi. Sul proprio profilo Facebook, Selvaggia Lucarelli, celebre e influente opinionista, ha dichiarato: “Non posto la foto delle due tizie che si sono presentate al festival di Venezia con la figa all’aria in mancanza di altri talenti da esibire. Farei il loro gioco. Dico solo che oggi si sono dovute infilare di nuovo le mutande e nessuno si ricorda manco i loro nomi. Fatevi meglio i vostri conti la prossima volta, amiche mie.”

E se proprio è questo il modo in cui volete proporvi, che la ceretta sia più oculata. Aggiungerei.

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