Coronavirus: gestione della paura e realizzazione di una nuova routine per affrontare la quarantena

NOCI – Riceviamo e pubblichiamo una considerazione della psicologa dott.ssa Simona Intini, sull’emergenza Coronavirus:

Era l’inizio di gennaio quando il virus Covid-19 è comparso in Cina. Era l’inizio di gennaio quando al bar, tra un caffè ed una chiacchiera, abbiamo appreso le prime tristi notizie di morte. Ed era sempre l’inizio di gennaio quando, sebbene preoccupati, ne parlavamo come se tutto questo non ci riguardasse. Poi, improvvisamente, un ciclone di eventi ha cominciato ad interessare il mondo intero ed in men che non si dica dalle autorità è stato dichiarato lo stato di emergenza globale ed un decreto ci ha costretti a restare in casa per prevenire, contenere e ridurre il contagio del virus.

Ansia, angoscia, disagio, percezione di perdita del controllo, frustrazione, impotenza e rabbia hanno preso il sopravvento animando giornate e vite di persone colte emotivamente impreparate ad accogliere uno scenario certamente non felice. Le informazioni avverse che quotidianamente ci giungono mettono a dura prova la serenità mentale e la quarantena in atto rappresenta un’esperienza provante che può amplificare le emozioni negative e distorcere la realtà oggettiva dei fatti.

La paura è un’emozione giustificata e rappresenta una dimensione fisiologica che, come la letteratura scientifica insegna, ci allontana da situazioni pericolose. È uno strumento necessario alla sopravvivenza poiché attiva le nostre risorse al fine di evitare rischi e determinare l’autoconservazione. La paura dunque si configura come dimensione connaturata in ciascun individuo, essenziale e sana purché non diventi esagerata, ingestibile ed incontenibile al punto da trasformarsi in panico. Il panico non è mai positivo, non è mai proficuo. Il panico pilota verso la perdita di lucidità, verso l’incapacità di giudizio e verso comportamenti insensati.

Ricordiamoci che non possiamo controllare le cose che ci accadono ma possiamo controllare il modo in cui reagiamo ad esse. Il segreto sta nel trarre il meglio anche dagli avvenimenti spiacevoli, trovando l’opportunità nelle difficoltà.

Quel che sta accadendo in Italia e nel mondo senz’altro permetterà ad ognuno di noi di rallentare i ritmi frenetici a cui era abituato e di cui forse ne era succube. Quel che sta accadendo permetterà di dedicare tempo a se stessi, di guardarsi dentro, di riscoprire valori e consuetudini, di saggiare l’importanza di gesti non più così automatici. E permetterà di reinventarsi, di liberare la creatività.

Interrompere le consolidate pratiche quotidiane può generare disorientamento ma abbiamo il dovere di convertire l’ansia in energia: concentriamoci sul “qui e ora”. Non pensiamo al passato né anticipiamo il futuro. Piuttosto impieghiamo il tempo nel riscoprire passioni come cucinare pietanze, leggere buoni libri, allenare il proprio corpo. Vantaggioso è pure recuperare la socialità in famiglia attraverso conversazioni con i nostri cari. Parimenti impariamo a godere della solitudine, usiamola per ricaricare le pile, per riposarci senza sveglie né condizionamenti. E sfruttiamo efficacemente la tecnologia: chiamate e videochiamate sono preziose per alimentare i rapporti e sentirsi connessi con le nostre amicizie. Infine teniamo a mente che è buona cosa informarsi ma attenzione a non farsi sommergere dalle notizie. Conserviamo il senso critico per il vaglio delle fake news.

Il Covid-19 è un nemico invisibile ma potente. L’arma per sconfiggerlo è il nostro comportamento che deve ispirarsi alla responsabilità individuale. E perché questo avvenga, è fondamentale restare lucidi e centrati. Siamo noi che decidiamo su cosa focalizzare la nostra attenzione. Sostituiamo i pensieri negativi con quelli positivi.

In fondo ogni temporale non dura in eterno. Alla fine esce il sole.

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