Carnevale di Putignano, storia e tradizione

NOCI – È uno degli appuntamenti più seguiti della bassa murgia e sicuramente uno dei più rinomati. Il Carnevale di Putignano raggiunge quest’anno 624 edizioni essendo il Carnevale più lungo di Italia nonché più antico di Europa.

Per l’edizione 2018 anche il FAI (Fondo Ambiente Italiano) Giovani di Bari ha deciso di dedicare una giornata alla storia di questo appuntamento che scopriamo essere una commistione tra il sacro e il profano. È il professore universitario Pietro Sisto a condurre la carovana di circa 30 persone per le viuzze del centro storico putignanese raccontando le origini e i riti che i putignanesi conservano ancora oggi nel festeggiare il carnevale.

Era Il 26 dicembre 1394 quando le reliquie di Santo Stefano Protomartire, vengono traslate dall’abazia di Monopoli alla chiesa di Santa Maria la Greca di Putignano, dove tutt’oggi sono ancora custodite. La leggenda vuole che i contadini intenti al lavoro delle vigne abbandonassero i campi per accodarsi festanti al corteo, ballando, cantando e improvvisando versi satirici in vernacolo, dando vita al rito delle propaggini. Una commistione che la tradizione orale rimanda sino ai primi del ‘900 quando, per mezzo della satira e dello scherno, si fa uso di fantocci fatti di stracci e fili di ferro: nasce il prototipo della sfilata dei carri allegorici. Fino ad arrivare ai nostri giorni dove il Carnevale segue un calendario preciso di eventi dal 26 dicembre, giorno delle propaggini, al martedì grasso, quando i 365 rintocchi della Campana dei Maccheroni scandiscono ufficialmente la fine dei bagordi e l’inizio della Quaresima.

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