Uragano Irma, nocese a Miami: “Sembrava un film horror. Sono state 48 ore interminabili”

NOCI – «Sembrava un film horror. Sono state 48 ore interminabili». Racconta così Gianmarco Fusillo la sua esperienza da sopravvissuto all’uragano Irma che ha devastato la settimana scorsa la città di Miami e il sud della Florida. Comunicazioni interrotte, blackout totale, paesaggio apocalittico. Attimi di apprensione a Noci fino a quel post pubblicato su Facebook in italiano e inglese: “stiamo tutti bene”.

Una città spettrale che però si sta rimettendo in piedi. Fusillo, 31enne ristoratore nocese trapiantato a Miami dal 2012, racconta di come gli americani (e lui) si sono preparati all’arrivo di uno dei più devastanti uragani di inizio secolo e di come la città di Miami sta cercando lentamente di ritornare alla normalità. «Quando è passato l’uragano – racconta – eravamo chiusi in casa al sicuro, però la paura era tanta perché si sentiva la pioggia scrosciante e l’ululato del vento, eravamo senza luce, al buio. Sembrava un film horror. Sono state 48 ore interminabili».

Quando e come vi siete accorti che l’uragano avrebbe colpito la città di Miami? «Ci siamo accorti della minaccia dell’uragano Irma grazie ai media che appunto ci facevano notare come questa enorme perturbazione che si era formata sulle coste africane, secondo le previsioni del Centro Nazionale Uragani di Miami, avrebbe fatto rotta nei giorni seguenti verso i Caraibi e anche appunto la Florida».

Eravate preparati a tale evenienza? «Già dai primi giorni di settembre era scattato l’allarme e le previsioni meteo ci avevano messo in guardia riguardo alla forza che l’uragano avrebbe acquisito grazie alle acque calde Del Mar dei Caraibi. E così è stato, diventando di fatto uno degli uragani più potenti mai registratosi nell’oceano Atlantico con venti record a 295km/h e un diametro di 1000 km (secondo i media aveva raggiunto la dimensione della Francia)».

Come avete agito? «Fortunatamente abbiamo preso tutte le precauzioni necessarie a questo tipo di evento metereologico con largo anticipo, facendo scorta di acqua, cibi in scatola, batterie, benzina, medicinali, candele, torce. Tutti gli elettrodomestici e dispositivi elettronici in casa li abbiamo spostati e conservati nei piani alti degli armadi per evitare danni in caso di allagamento, e poi abbiamo praticamente barricato tutte le finestre della casa con dei pannelli in legno».

Sul piano morale come ti sei sentito? «Sinceramente non mi ero mai trovato in una situazione del genere, e ci si rende conto della gravità della situazione solo quando l’uragano è già passato e ci si ritrova a vedere uno scenario di distruzione totale. Poi per giorni bisogna fare a meno dell’elettricità, e appunto in quei momenti ci si rende conto di quanto ormai tutti noi siamo inconsciamente dipendenti da qualsiasi dispositivo elettronico. Fortunatamente da tre giorni è già stata ripristinata l’elettricità».

Che danni ha provocato l’uragano alla città? Avete ripreso il lavoro? «Miami ha subito danni nella parte sud, dovuti agli allagamenti, c’è stato un blackout elettrico totale che ancora non è stato ripristinato del tutto, fortunatamente i ristoranti non hanno subito danni strutturali, e già da due giorni abbiamo ripreso l’attività lavorativa».

Infine gli chiediamo se ci sono altri nocesi a Miami e se intende lanciare un messaggio per rassicurare i familiari a Noci. «Fortunatamente gli unici nocesi in zona siamo mio zio Giovanni, io e mia moglie Sara Notarnicola. L’altro compaesano Leonardo Zaccaria, che vive vicino Miami e siamo molto amici, per sua fortuna due giorni prima dell’arrivo dell’uragano aveva preso il volo per le sue vacanze estive».

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