Oltre 22 milioni di euro spesi dai nocesi nel gioco d’azzardo

NOCI – Sono stati resi pubblici i dati del 2017 inerenti al gioco in Italia, elaborati dall’Agenzia delle Dogane e Monopoli, con un’inchiesta del Visual Lab del Gruppo Gedi e riguardanti 7.954 comuni. In quello nocese, con una popolazione di 19.115 abitanti ed un reddito pro-capite pari a 14.771,44 euro, sarebbero stati spesi in giocate 22,19 milioni di euro, ovvero 1.160 euro a persona: cifre da capogiro.

Da questi nelle casse dello Stato sono entrati 2,57 milioni, mentre i concessionari, i gestori e gli esercenti avrebbero guadagnato 2,49 milioni. La stima delle vincite sarebbe, dunque, pari a 17,13 milioni, con le AWP come tipologia di gioco alla quale si vince di più: 3,6 milioni di euro. Perché, di fatto, al giorno d’oggi sono ormai tantissime le modalità di gioco, che riescono ad incontrare le propensioni e gli interessi di ciascun giocatore, invogliandolo a tentare. In questo mare magnum di possibilità, i nocesi prediligono le VLT che, da sole, intercettano 8,22 milioni di euro, seguite delle AWP in cui sono stati “investiti” 5,18 milioni. Per i meno esperti, si ricorda che VLT è l’acronimo di Video Lottery Terminal in cui l’importo della puntata può variare dai 10 centesimi alle 10 euro, a differenza delle AWP che sono apparecchi in cui il costo massimo di una giocata è di 1 euro. Ai nocesi piace molto anche giocare al lotto, in cui sono stati spesi nel 2017 3,99 milioni. A queste modalità preferite, si affiancano poi tutte le numerose altre: lotterie istantanee, scommesse virtuali, ippica nazionale, superenalotto, Winforlife, Eurojackpot, pronostici sportivi, ecc.

È doveroso, tuttavia, considerare che vi è una distinzione tra il giocatore ed il giocatore patologico. Per molti, infatti, si tratta semplicemente di un passatempo occasionale, a cui si ricorre per curiosità, per divertimento e per tentare la fortuna. Il problema sorge quando il gioco diventa abituale e compulsivo, con l’innescarsi di un meccanismo di dipendenza. I giocatori patologici giungono, così, a sopravvalutare le possibilità della vincita e a ritenere di poter prevedere e controllare gli sviluppi della dea bendata. Di fatto si crea quella che è nota come “fallacia degli scommettitori”, in cui il giocatore crede che la vittoria sia dovuta dopo una serie di sconfitte. Insomma, dopo ripetute volte in cui esce testa, si è sicuri che al lancio successivo uscirà croce, quando – invece –  i due eventi continuano ad avere la medesima possibilità di realizzazione: 50 e 50. Si genera quindi questa idea fallace che gli eventi precedenti possano in qualche modo orientare l’andamento di quelli futuri.

La fotografia restituita dall’indagine dell’Aams, insomma, è piuttosto spaventosa. Nel complesso l’Italia vanta un primato a livello europeo, con una slot machine ogni 143 abitanti. È Prato l’area meno virtuosa del 2017, quando sono stati giocati 2.948,08 euro pro-capite. Noci è al posto 1.437 sui 7.954 comuni italiani indagatati, mentre considerando le città delle stesse dimensioni è la numero 1.332 su 7.100 comuni fino a 50.000 residenti. Spese record nella vicina Putignano, con 60,32 milioni giocati nel 2017. Per combattere la ludopatia sarebbero in vista alcuni decreti, come l’obbligo di inserimento della tessera sanitaria nelle slot per vietare l’accesso ai minorenni.

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