NOCI – Hanno aspettato l’ultimo giorno utile del 2015 i politici locali per omaggiare, a 150 anni dalla sua scomparsa, il politico e padre degli storici locali Pietro Gioja. Da oggi è possibile ammirare una lapide muraria affissa sulla facciata nord dell’ex palazzo municipale che si affaccia su largo Diaz in via Porta Putignano. “… sebbene in continuazione dei miei studi mi vada per carica civile respirando aria straniera, pure ovunque m’accompagna amor di patria, e m’ingegno a servirla da lontano sull’esempio di chi le sta da vicino”, è la scritta che campeggia sull’epigrafe scoperta ieri pomeriggio alla presenza di tutte le autorità cittadine civili e militari e delle discendenti dell’illustre nocese, riprendendo uno stralcio di lettera che un giovane Pietro Gioja spedisce al padre Vito Michele.
Per i promotori dell’iniziativa Pietro Gioja rimane un baluardo della storia nocese e dev’essere preso ad esempio per le nuove generazioni. «Era un’idea che ci balenava nella testa da un po’ di tempo – ha ammesso il sen Piero Liuzzi – e che grazie all’aiuto di Angela D’Onghia e del compianto Donato Bruno oggi è divenuta realtà. Ci è sembrato giusto donare uno spazio alla memoria a chi ha fatto dell’amore della sua città il punto cardine di un’intera vita». «Pietro Gioja incarna il simbolo della nocesità – dice Angela D’Onghia – attraverso i suoi studi e la carriera politica ha impreziosito la nostra terra. Se penso ai giovani dico di seguire un esempio come il suo per contribuire fattivamente alle sorti di questa terra». Purtroppo all’evento non ha potuto partecipare Donato Bruno che la classe politica cittadina ricorda con affetto perché «ha dato tanto a Noci durante il suo mandato politico». Infine il primo cittadino Domenico Nisi ha elogiato l’opera di Pietro Gioja e ha dato appuntamento ai nocesi per festeggiare quest’anno, secondo la data riportata nell’epigrafe della chiesa madre del 1316 risalente alla famosa leggenda, i 700 anni della fondazione di Noci.
Commosse a fine cerimonia le discendenti della famiglia Gioja che hanno ringraziato i senatori promotori dell’iniziativa e l’amministrazione comunale per l’elogio all’operato del loro avo.
Pietro Gioja nasce il 28 marzo del 1801. Cresce in una famiglia agiata, studia, padre Vito Michele è sindaco di Noci. Si trasferisce a Napoli dove consegue la laurea in diritto civile e canonico. Ma pur tra le agiatezze Pietro conosce anche il lato oscuro della vita. Più volte osteggiato nella sua carriera da giudice, trasferito almeno tre volte in terra pugliese, perderà il primo genito e poi anche la prima moglie Teresa Azzone. Gioja si schiera dalla parte dei più deboli e conduce una battaglia per la ridistribuzione delle terre tra i più poveri. Scriverà le “Lezioni intorno ai Demani”, ma l’opera che lo contraddistinguerà sarà il ciclo delle “Conferenze istoriche per iscrivere l’origine della nostra terra e seguirne i progressi” pubblicato tra il 1839 e il 1842. Dal 1849 al 1852 è sindaco della Città di Noci. Dopo la morte del padre diviene nuovamente consigliere comunale e consigliere provinciale. Morirà il 7 ottobre del 1865.
Scrive di lui lo storico Pasquale Gentile: «la sua fama proviene da una sua privilegiata prerogativa: l’essere uno storico con la forza di determinare, autorevolmente, l’intera storiografia locale. Ancora oggi, pur alla luce di un’ampia ed opportuna critica, di un riesame scientifico e meno leggendario, le “Conferenze istoriche” restano un imprescindibile riferimento bibliografico per gli studiosi che affrontano le pagine della storia di Noci».