Niente treni la domenica, Scagliarini e Longo spiegano il “fallimento” delle FSE

NOCI – «Il nostro lavoro è solo la punta di un iceberg, purtroppo una buona parte dell’inchiesta potrebbe finire in prescrizione». Così i colleghi della Gazzetta del Mezzogiorno Giovanni Longo e Massimiliano Scagliarini spiegano il loro libro edito da Edisud “Niente treni la domenica”, presentato a Noci in occasione di “Asterischi di Cittàdeilibri”.

Un libro inchiesta sul depauperamento delle risorse finanziarie di una delle aziende pubbliche di servizi più grande del Mezzogiorno e che oggi si trova sull’orlo del fallimento. «È paradossale – spiegano gli autori in esclusiva a LeggiNoci – che le stazioni ferroviarie chiudano a mezzogiorno del sabato e riaprano alle 6 del lunedì mattina. In un periodo storico in cui si parla di mobilità sostenibile, i treni della Sud-Est, soprattutto in Salento, rappresentano quasi l’unico mezzo di trasporto di persone. L’alternativa è l’automobile privata».

Da dove è nata questa vicenda e come siete arrivati alle “carrozze d’oro” da cui è partita l’inchiesta giudiziaria? Risponde Giovanni Longo: «semplicemente io mi occupo di cronaca giudiziaria e Massimiliano di cronache regionali e ci siamo imbattuti in una storia in cui c’era molto di più di quello che era la storia delle carrozze dismesse e poi riacquistate in Polonia a cifre stratosferiche. Questo ha posto in essere uno studio dell’inchiesta della magistratura contabile da cui si sono collegati anche consulenze che nulla avevano a che fare a cifre gonfiate e quindi ci siamo resi conto dell’enorme sperpero di danaro pubblico».

Oltre all’azienda principale sono finite nell’inchiesta anche molte aziende dell’indotto, specie della manutenzione. Risponde Massimiliano Scagliarini: «molte di quelle aziende dell’indotto erano un pezzo del sistema perché si sono ritrovate al punto giusto nel momento giusto. Questa società che aveva sede in Toscana improvvisamente viene catapultata in Puglia a fare manutenzioni dei treni, poi 10 anni dopo, scopri che non avevano nemmeno le certificazioni per operare sui treni. Questo è uno dei tanti problemi in cui probabilmente sono andati persi tanti soldi».

Come mai col passare del tempo il servizio diminuiva e i prezzi dei biglietti aumentano? Scagliarini: «I prezzi li stabilisce la Regione. Ma è vero anche che è il concessionario a chiedere più soldi e quindi l’ente si trova a inflazionare i prezzi. Purtroppo non è solo un problema della Sud-est ma di tutte le aziende che si occupano di trasporto pubblico locale».

Quali difficoltà avete incontrato nell’affrontare l’inchiesta giornalistica e quando avete pensato a concentrare tutto il lavoro in un libro? Longo e poi Scagliarini: «avevamo raccolto parecchio materiale che purtroppo non potendolo pubblicare tutto sul giornale per via degli approfondimenti abbiamo deciso di riversare in un libro. Sul giornale non è stato pubblicato tutto non perché non si poteva ma perché l’inchiesta si allargava anche ad altre inchieste giudiziarie in corso, comunque continueremo a seguire la vicenda anche con l’apertura della parte processuale».

Data l’enorme mole di materiale raccolto per una vicenda tutt’ora in atto e che vedrà sviluppi giudiziari anche rilevante è probabile un secondo capitolo del libro inchiesta dei due giornalisti molto legati al territorio.

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