Mafia capitale, accolto il patteggiamento del nativo nocese

NOCI – Nel giorno del suo 48esimo compleanno il gup della decima sezione del Tribunale di Roma Alessandra Boffi ha accolto la richiesta del nativo nocese Domenico Cammisa e di tutti gli ex dirigenti della cooperativa La Cascina implicata nell’inchiesta denominata Mafia Capitale. Infatti insieme alle prime condanne per i politici Daniele Ozzimo e Massimo Caprari – con altri coinvolti nella stessa inchiesta – il gup ha definito i patteggiamenti degli ex dirigenti della coop che chiedeva di gestire, tramite il sistema della corruzione nei confronti di Luca Odevaine, il CARA di Mineo in provincia di Catania.

Il gup ha quindi condannato a 2 anni e 8 mesi Francesco Ferrara, e a 2 anni e 6 mesi Domenico Cammisa, Salvatore Menolascina, Carmelo Parabita. In più ai quattro sono stati confiscati 400mila euro, centomila a testa, come da richiesta di patteggiamento, già depositati in un conto corrente messo a disposizione della procura.

Secondo quanto ricostruirono gli inquirenti nel giugno 2015 quando si diede seguito ai provvedimenti restrittivi, gli ormai ex amministratori delle società appartenenti al gruppo imprenditoriale La Cascina avevano intessuto intensi rapporti con Luca Odevaine, che partecipava come componente del Tavolo di Coordinamento sull’immigrazione istituito presso il Ministero degli Interni, dove si discuteva l’orientamento d’apertura delle sedi d’accoglienza e la destinazione degli immigrati. Domenico Cammisa, era il referente dell’area sud del gruppo La Cascina e per questo insieme a Salvatore Menolascina intratteneva rapporti con Odevaine al fine di poter gestire al meglio il CARA di Mineo e cercare di ottenere anche un appalto a San Giuliano di Puglia. Poi l’arrivo della magistratura ed oggi l’accoglimento del patteggiamento.

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