Lobianco VS Nisi, lotta infinita

NOCI – Continua la querelle che vede in campo la consigliera Angela Lobianco di Forza Italia e il sindaco Domenico Nisi. Oramai i due da “illo tempore” sono ai ferri corti ed impegnati quotidianamente, almeno per il momento solo a livello verbale, in un duro faccia a faccia che vede i due redigere comunicati stampa da diffondere attraverso giornali locali o social. La minoranza giustamente nelle sedi opportune (vedi consigli comunali) propone interpellanze alla giunta che vengono “puntualmente” disattese o non vengono prese minimante in considerazione. L’ultima goccia che il vaso traboccare fa è il bilancio di previsione. Il sindaco Nisi attacca: “è impossibile non soffermarsi sul teatrino inscenato dall’opposizione in sede di discussione del bilancio”. Inoltre addita la consigliere Lobianco di essere impreparata solo per avere costretto la responsabile della ragioneria “a una estenuante enumerazione delle singole voci di bilancio per la quale la suddetta avrebbe avuto tutto il tempo per chiedere le dovute delucidazioni”.

Di contro, la consigliera Lobianco afferma: “mi sono limitata a chiedere come intenderà spendere i nostri soldi”. Poi la Lobianco prosegue nel suo comunicato elencando le preoccupazioni in cui a suo dire versa il paese. Scrive: “dovrebbe preoccuparsi del futuro del paese, dei commercianti, delle aziende zootecniche, del decoro del suo paese. Un solo consiglio al nostro sindaco, l’opposizione non la zittisci denigrandola, lo si fa solo dimostrando di saper fare e saper fare bene il sindaco, stante ai fatti, non può permettersi di fare bene smentendo l’opposizione, pertanto cerca di denigrarla”.

Poi la Lobianco “furiosa” attacca veemente con l’elenco: “dovrebbe assumersi la responsabilità delle spese pazze del Natale 2015, spese pazze relative all’asfalto della strada Milecchia, del fallimento della raccolta differenziata, dello stato di abbandono del nostro centro storico, dello stato di abbandono delle nostre periferie, del degrado totale in cui versa il nostro paese”. Prima della chiosa finale che è un affondo perentorio e secco: “pertanto dovrebbe dimettersi”.

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