“Libri in gioco”: le giocatrici nocesi di calcio a 5 tra pallone e libri

NOCI – Si chiama “Libri in gioco” l’iniziativa promossa dalla Divisione Calcio Femminile della FIGC in collaborazione con il Centro per il libro e la lettura del MiBACT e il Salone Internazionale del Libro di Torino. In occasione del “Maggio dei libri” è stata data voce a 12 calciatrici di serie A, che hanno raccontato con dei video la loro passione per la lettura, con l’intento ultimo di sottolineare il ruolo della cultura in senso lato dentro e fuori il rettangolo di gioco.

Sulla scia di questo lodevole progetto, noi abbiamo ascoltato sul tema due calcettiste della puroBIO cosmetics Noci, ovvero Antonella Intini e Maria Quarta, che ci hanno spiegato il potente legame che intercorre tra il loro sport e i loro libri preferiti.

Innanzitutto cosa ami leggere?

Antonella Intini: È una domanda che dipende molto dal periodo di vita che si sta attraversando. Quando ti piace leggere, è bello approcciarsi a qualsiasi genere e, durante la mia vita, sono passata da saghe Fantasy a saggi d’autore; da collane di poesia a romanzi più moderni. Attualmente, sto leggendo molti libri formativi che trattano di Psicologia.

Maria Quarta: Potrà sembrare impopolare, ma amo leggere libri gialli. In realtà sarebbe più corretto dire che amo i libri gialli di Agatha Christie. Credo che sia un genio assoluto per inventiva e per capacità di coinvolgere il lettore. Poirot e Miss Marple ormai li considero due di famiglia.

Qual è il tuo libro preferito in assoluto? Perché?

Antonella Intini: È una domanda difficilissima. Ci sono diversi libri che mi hanno lasciato un segno, forse troppi, quindi cercherò – a malincuore – di fare una cernita. Proprio in ordine cronologico, ti dico: tutta la saga fantasy di “Harry Potter” perché mi ha letteralmente ‘iniziata’ alla lettura; “Kafka sulla spiaggia” di Murakami Haruki; “Siddartha” di Herman Hesse; “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Kundera. Potrei continuare, ma mi fermo con il nome della mia personale bibbia: “Il Piccolo Principe” di De Saint-Exupery.

Maria Quarta: Libri preferiti ne metto tre: “Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie, “Il mio stile libero. Nuoto, amore e rock’n’rollrock’n’roll” di Federica Pellegrini e “Un Capitano” di Francesco Totti. Francesco Totti e Federica Pellegrini sono i miei idoli assoluto. Li stimo come sportivi, ma soprattutto come esseri umani e pur essendo estremamente diversi, rappresentano il mio modello ideale di atleta. 

C’è un legame, anche sottile e velato, tra ciò che leggi e il tuo sport? Ad esempio c’è qualche libro che ti ha ispirato un gol? O qualche frase che è per te cara e motivo di motivazione in campo?

Antonella Intini: C’è un legame, sottile, velato e fondamentale: è la passione. Sia lo sport che la lettura sono passioni che mi hanno reso ciò che sono ora. Leggere e apprendere crea un processo di cambiamento che si riflette anche nel campo. La giocatrice che, in adolescenza, leggeva fantasy è sicuramente diversa dalla giocatrice che, attualmente, decide di leggere autori come Calvino. Nel particolare, nessun libro mi ha ispirato un gol. Ma una frase che penso spesso prima di entrare in campo è: “Non esiste vento favorevole per un marinaio che non sa dove andare” di Seneca.

Maria Quarta: C’è una citazione della Pellegrini a cui sono molto legata e che dovrebbe far riflettere tutte quelle persone che spesso giudicano gli atleti senza rendersi conto degli enormi sacrifici che fanno: “Se vinci c’è una specie di timore nei tuoi confronti; quando perdi, invece, quelli che sono stati zitti si sentono più forti”.

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