La celiachia e l’intolleranza al glutine: una lezione di medicina per i bambini della “Cappuccini”

NOCI – Da un po’ di anni a questa parte sentiamo sempre più parlare di celiachia, un’infiammazione dell’intestino tenue provocata dall’indigestione del glutine in soggetti geneticamente predisposti, provocando una condizione di cattivo assorbimento. Secondo i dati, in Italia 1 persona su 100 è celiaca e tanti sono i negozi, i ristoranti e i bar che negli ultimi anni si stanno adattando a proporre cibi gluten free, ovvero senza glutine. L’infiammazione colpisce tutti, senza distinzione di sesso o di età, quindi è bene conoscerla per poter continuare a svolgere la propria vita in perfetta tranquillità. Infatti, tutti gli intolleranti al glutine mangiano le stesse cose al pari degli altri e solo con qualche accorgimento in più.

Così, lo scorso 7 febbraio, gli alunni delle quinte classi A e B della scuola elementare Cappuccini hanno incontrato la pediatra Elisabbetta Intini per conoscere al meglio questa intolleranza. Avendo studiato nell’anno in corso l’apparato digerente e avendo in classe alcuni casi di intolleranza, i bambini hanno approfondito alcuni aspetti della digestione e di cosa il glutine provoca quando entra a contatto con il nostro organismo. Dopo aver spiegato la storia della celiachia, la dottoressa ha spiegato le cause e i sintomi dell’infiammazione, raccontando alcune storie di pazienti intolleranti e di come questa è stata scoperta e affrontata. Inoltre, sono stati spiegati gli alimenti che presentano il glutine e che bisogna sostituire per affrontare, con un minimo di accortezza, una dieta normale. «È un mondo difficile ma non impossibile».

Infine, offerti da un’azienda nocese produttrice di prodotti senza glutine, gli alunni hanno potuto assaggiare due crostate e alcuni biscotti gluten free, notando l’assenza di differenza con gli altri prodotti non trattati. Anzi, per alcuni, i cibi senza glutine sono risultati più buoni e più gustosi. Capire l’importanza dell’intolleranza ha permesso ai bambini di vedere con occhi diversi i loro compagni intolleranti, capendo che, nonostante sia una malattia, oggi permette di svolgere una vita normale, senza rischi per la propria salute.

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